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    Facce da spot : grande successo anche quest’anno per il premio dedicato ai protagonisti delle campagne pubblicitarie ideato da Graziano Scarabicchi e Maximiliano Gigliucci

    Anche quest’anno si é svolto in Campidoglio, sala della protomoteca, alle ore 17:00, si è svolta la terza edizione del PREMIO FACCE DA SPOT, ideato da Graziano Maria Scarabicchi e Maximiliano Gigliucci, organizzato da BUUUBALL OFF COLORS, dedicato agli attori di campagne pubblicitarie oltremodo popolari, prestigiose e gradite dal pubblico.
    Una giuria qualificata, capitanata dal presidente di giuria Lino Banfi e Luca Argentero, composta da Anna Pettinelli, dal produttore Andrea Mazzoni (Ballandi Multimedia), Carlo Gorla (Mediaset), Lorella Ridenti, Paola Comin, ha selezionato attori e personalità dell’intrattenimento audiovisivo che si sono distinti nella comunicazione pubblicitaria istituzionale, commerciale e sociale.
    L’evento, patrocinato dalle istituzioni (MIC, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma Capitale, Roma Lazio Film Commission e SIAE), è stato presentato da PINO STRABIOLI con la partecipazione di ELEONORA DANIELE.
    Come le precedenti edizioni, Facce da Spot ha riconfermato il suo successo premiando Enzo Iacchetti, Claudia Gerini, Vittorio Brumotti, Nancy Brilli, Francesco Montanari, Vittoria Belvedere, Maccio Capatonda, Chiara Galvagni (direttore Rai Pubblicità responsabile rapporti e gestione talent), Roberto Ciufoli, Luca Tommassini, Sofia Bruscoli, Lidia Schillaci mentre Gloria Anselmi e Simone Cavagnis sono stati premiati nella categoria “gli sconosciuti più famosi della tv”.
    Stefano Fresi e Linus hanno ricevuto il premio e attraverso un contributo audiovisivo hanno ringraziato pubblico, giuria ed organizzatori.
    Tutti i premiati oltre alla statuetta realizzata da Idal Group con materiale reciclato che rappresenta una tv in 3d sono stati anche omaggiati di una vacanza dal gruppo Veratour e Belmond Caruso di Ravello e impreziositi dai gioielli realizzati in esclusiva dagli artigiani di OTP (officine talenti preziosi).
    La serata, si è conclusa con un party esclusivo al “Le Reve de Naim” tra brindisi con vini ricercati di “Vite in Rosa”, finger food e sushi degli amici di Cibum tra risate e balli.
    Un ringraziamento speciale all’onorevole presidente Assemblea Capitolina Svetlana Celli, on. Assessore grandi eventi sport, turismo e moda Alessandro Onorato per aver sostenuto l’iniziativa.

    Davide Lavermicocca: “Mi presento: sono l’uomo tatuaggio”

    A tu per tu con il “tatuaggio umano vivente”, così è stato definito lo tiktoker pugliese. “Dietro ai miei tattoo c’è un ricordo o una storia di vita che porterò per sempre con me sulla pelle”

    Trent’anni, di Bari, segni particolari: super tatuato! Davide Lavermicocca è lo tiktoker pugliese da oltre 500mila follower che ha fatto del tattoo la sua filosofia di vita. Fisico statuario e sguardo da duro, l’influencer è stato più volte additato come tatuaggio umano vivente. Ho deciso di raggiungerlo per conoscerlo meglio e capire perché abbia deciso di tatuare quasi integralmente il suo corpo.
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    Davide, ti hanno definito il tatuaggio umano vivente. Come mai hai deciso di tatuare quasi tutto il tuo corpo?

    “Mi hanno affibbiato una definizione molto simpatica. Dietro ai miei tattoo, però, c’è un ricordo o una storia di vita che porterò per sempre con me sulla pelle. E’ questo il vero motivo per il quale ho deciso di tatuarmi quasi integralmente. Non voglio dimenticare ciò che sono stato e ciò che sono tutt’ora. Non voglio dimenticare il mio passato, nel bene e nel male”.

    C’è qualche tatuaggio che per te ha un valore maggiore rispetto agli altri? Che significato ha?

    “Sicuramente ne ho qualcuno che per me è più importante. I tatuaggi che hanno più valore sono, senza dubbio, quelli che riportano i nomi dei miei familiari. Inoltre, tengo particolarmente un tattoo che rappresenta Gesù Cristo con le tre candele. Sono molto religioso e, per questo motivo, questo disegno ha una valenza cruciale”.

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    Sei anche uno tiktoker di successo. Che tipo di video proponi e perché?

    Sono una persona molto umile e non mi ritengo mai realmente arrivato. Realizzo video dove mostro prevalentemente il mio corpo e, qualche volta, qualcosina di ironico. Mi presento sempre in maniera naturale, non cerco mai di creare artifici, di impormi per ciò che non sono, non c’è mai nulla di costruito in quello che faccio”.

    Dai social al fitness: sei un personal trainer e curi moltissimo il tuo aspetto fisico. Quanto tempo dedichi alla cura di te stesso?

    “Sì, curo molto il mio corpo anche perché è parte integrante del mio lavoro. Impiego gran parte delle mie giornate ad allenarmi in palestra e dedicare le dovute attenzioni ad ogni minimo dettaglio. In tal senso, sono uno molto puntiglioso e quasi perfezionista”.

    Che consigli ti senti di dare agli altri in fatto di salute e bellezza?

    “Consiglio a tutti di curare il proprio corpo perché è il nostro involucro e ci accompagnerà per tutta la nostra vita. Curare la salute, sia fisica che mentale, seguendo una corretta alimentazione e praticando regolarmente attività fisica, aiuta anche lo spirito, la mente, non solo il fisico. Tenersi in forma, prendersi cura di sé procura benessere e migliora la qualità della vita”.

    Oltre lo show-biz, sei anche un imprenditore nell’azienda di famiglia. Di che ti occupi e come riesci a conciliare tutti i tuoi impegni?

    “Sono imprenditore nell’azienda di famiglia che, con grandi sacrifici, mio padre ha creato; un’azienda abbastanza grande nella quale mi occupo di vendita e contatto con i clienti. Nonostante il duro lavoro, riesco a conciliare tutti i miei impegni grazie alla passione e alla dedizione che profondo quotidianamente”.

    IN TONDO GIRO di Gabriele Saveri un’opera avvincente

    Titolo: “IN TONDO GIRO”
    Redazionale a cura di Ilaria Solazzo.

    DESCRIZIONE

    Avete presente quella giostra, fatta in ferro sulla quale ci si siede, con una ruota centrale che si usa per girare vorticosamente? Ecco, io la ricordo. Ci si giocava da bambini e si avevano due possibili scelte: una di sedersi e girare con la giostra, l’altra di spingerla. Attaccandosi alla ruota in ferro si correva facendo girare la giostra ad una velocità maggiore rispetto a quella che avrebbe raggiunto con la semplice spinta esterna. Stando seduti tutto girava e si poteva godere di un mondo fatto di linee in movimento. Una volta scesi barcollavamo noi e tutte le nostre certezze. Spingendo, invece, si aveva una posizione privilegiata, sempre che non si cadesse, si poteva vedere il mondo intorno non cambiare, mentre le facce e le espressioni degli amici mutavano continuamente. È la sensazione che, a volte, provo nel guardare la vita. Percepire che c’è qualcosa di più, che va oltre quello che ripetiamo quotidianamente, non trovando la porta da aprire e anche nel caso ne vedessimo una, non avere la forza e la capacità di oltrepassarne la soglia per scoprire cosa ci aspetta. Essere sia quello che corre, sia quello che sta seduto. (Gabriele Saveri)

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    DETTAGLI

    Editore: Bertoni.
    Titolo: “In tondo giro”.
    Autore: Gabriele Saveri.
    Anno edizione: 2022.
    Copertina: flessibile a colori.
    Pagine: 56.
    ISBN-10: ‎ 8855355376.
    ISBN-13: ‎ 978-8855355377.

    DOVE POTER ACQUISTARE ONLINE IL LIBRO

    https://www.ibs.it/in-tondo-giro-libro-gabriele-saveri/e/9788855355377

    https://www.mondadoristore.it/In-tondo-giro-Gabriele-Saveri/eai978885535537/

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    FOTO

    RECENSIONE

    Saveri, dopo una lunga esperienza nel mondo della grafica prima editoriale, poi pubblicitaria, è tornato ad essere un freelance. Ha deciso di raccogliere l’esperienza accumulata dal 1999 ad oggi per rendersi indipendente.
    Il fumetto è stata ed è la sua prima passione e grazie all’Editore Bertoni è riuscito a pubblicare la sua prima opera “In tondo giro”. Un fumetto realizzato nel 2020 e pubblicato nel 2022. Tra le altre passioni di Gabriele non manca la pittura. Ha partecipato a diverse mostre, forse la più importante quella a Berlino nel 2016 grazie a “Who Art You”… percorso artistico complesso. L’idea nasce, si traccia, ma la volontà nel mantenere il proposito per un periodo lungo vacilla. Lascia il posto a forme involontarie. La pittura è il suo momento, solo suo, in aggiunta i colori si mostrano mentre da distante li guarda per ore, giorni, quindi non è solo una questione di regole di associazioni cromatiche, di linee o di piani. È essere parte di un processo, poca testa tutta emozione e pancia, infatti è lasciarsi coinvolgere dal processo stesso. Lo trova più interessante, il processo è una continua sorpresa.
    Il libro “In tondo giro” inizia con una originale presentazione firmata dallo stesso autore nel quale dice “Avete presente quella giostra, fatta in ferro sulla quale ci si siede, con una ruota centrale che si usa per girare vorticosamente? Ecco, io la ricordo. Ci si giocava da bambini e si avevano due possibili scelte: una di sedersi e girare con la giostra, l’altra di spingerla. Attaccandosi alla ruota in ferro si correva facendo girare la giostra ad una velocità maggiore rispetto a quella che avrebbe raggiunto con la semplice spinta esterna. Stando seduti tutto girava e si poteva godere di un mondo fatto di linee in movimento. Una volta scesi barcollavamo noi e tutte le nostre certezze. Spingendo, invece, si aveva una posizione privilegiata, sempre che non si cadesse, si poteva vedere il mondo intorno non cambiare, mentre le facce e le espressioni degli amici mutavano continuamente. È la sensazione che, a volte, provo nel guardare la vita. Percepire che c’è qualcosa di più, che va oltre quello che ripetiamo quotidianamente, non trovando la porta da aprire e anche nel caso ne vedessimo una, non avere la forza e la capacità di oltrepassarne la soglia per scoprire cosa ci aspetta. Essere sia quello che corre, sia quello che sta seduto. Questo è il gioco, una rotazione continua tra le parti, un senso di vertigine, girando in tondo senza giungere veramente in un luogo, come a dire: 2cerca quello che desideri ma non ti aspettare di trovarlo e, nello stesso tempo, abbi la forza di continuare, sapendo che la ricerca stessa è vana”. Il premio forse è la sorpresa di aver vissuto un frangente di vita durante questo gioco infinito, che nominiamo nostro, senza sapere a chi appartenga. Ora, come dico sempre che la ricerca continui!”. Il protagonista scelto da Saveri è un uomo che si ritrova ad essere smarrito, nel suo vagare incrocia una colonia felina super popolata, con uno dei gatti interagisce in un dialogo a tratti surreale come quello a pag. 16 nel quale in una vignetta dice: “Arrivato dove? Se non conosco la meta del viaggio come posso sapere se sono arrivato?”. Il viaggio è una delle esperienze umane più arricchenti che esistano e, se ci pensiamo bene, la nostra vita stessa può essere letta come tale. Il viaggio dell’eroe è irreversibile. Una volta iniziato non si può tornare indietro. Quando il nostro eroe arriverà alla fine del viaggio avrà cambiato radicalmente il suo essere. Non sarà più lo stesso di prima. Il miracolo è avvenuto. Il mondo ordinario rappresenta una condizione statica ma instabile.
    I semi del cambiamento sono già stati piantati e stanno per germogliare. Il richiamo può essere semplicemente un’urgenza interiore del protagonista di “In tondo giro”, un messaggio dell’inconscio che annuncia l’ora di cambiare. Con la chiamata all’avventura il nostro piccolo grande eroe viene strappato alla vita quotidiana e scaraventato in un nuovo mondo, estraneo, a volte ostile, sconosciuto. Da subito si rende palese il valore della posta in gioco e l’obiettivo da raggiungere. Come tutti, anche l’eroe scelto dallo scrittore Gabriele Saveri può essere obbligato a rispondere all’appello, non avendo altra scelta, o può decidere liberamente di accettare; in ogni caso, la sua vita non sarà più la stessa. Freud diceva: “Tutti i momenti di distacco e rinascita producono ansietà”. Il viaggio della vita rispecchia il viaggio dell’eroe ed è un viaggio epico (per in non risvegliati e iniziati fin da piccoli) fatto di alti e bassi, colpi di scena, vittorie e sconfitte… un po’ alla Rocky, ma è proprio questo che la rende emozionante e vibrante. In vendita in tutte le librerie italiane ed anche online al costo di 16 euro.

    INFO SULL’AUTORE DEL LIBRO

    Chi sono

    INFO SULLA GIORNALISTA ILARIA SOLAZZO

    La sua sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente “Una, nessuno e centomila”, ovvero giornalista, scrittrice, blogger, speaker radiofonica e non solo! Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è per lei un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali pugliesi , poi l’approdo nelle “reti” nazionali . Non ha dubbi: le sue passioni sono le più belle del mondo. Una passione prima che un progetto lavorativo. Divora libri e alcuni li ha anche scritti, si nutro di storie, ma non solo. Scatta e colleziona foto, adora intervistare i volti noti e meno noti dello show-bizz sostenendo che siano un mondo intrigante da scoprire.

     

     

    Buon Appetito! Uno, due, tre… pappa!

    Titolo: “BUON APPETITO! UN, DUE, TRE… PAPPA”
    Redazionale a cura di Ilaria Solazzo.

     

    DESCRIZIONE

    Libro illustrato per bambini, realizzato in inbook, ossia con un testo integralmente espresso in simboli. Divertitevi a leggerlo ad alta voce ai bambini, indicando i riquadri uno ad uno con il dito, senza modificare velocità e ritmo della lettura originale.

    DETTAGLI

    Editore: Bertoni.
    Autrice: Leila Auriti.
    Testo: Marco Fratini.
    Illustrazioni: Massimo Fratini
    Hanno collaborato:
    Codice: 9788897593393.
    Anno edizione: 2018.
    Anno pubblicazione: 2018.
    Pagine: 28.
    Tipo: illustrato, rilegato.
    Copertina: a colori.
    Prezzo: 12 euro.

    DOVE POTER ACQUISTARE ONLINE IL LIBRO

    https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/125-buon-appetito-uno-due-tre-pappa-inbook.html

    https://www.libraccio.it/libro/9788897593393/leila-auriti-marco-fratini-massimo-fratini/buon-appetito-un-due-tre-pappa-ediz-a-colori.html

    Buon appetito. Uno, due, tre… pappa! In CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). Ediz. illustrata – Leila Auriti – Libro – Bertoni – | IBS

    RECENSIONE

    Il libro scritto dalla Auriti ed edito dalla Bertoni, aiuta tutti i genitori ad instaurare un legame ancor più “speciale” con i propri figli. Illustrato con grande professionalità, evidenzia come sia fondamentale per i più piccoli imparare a mangiare di tutto, verdure comprese. Ponendo l’accento sul fatto che mangiando in modo sano e regolare si gioca in modo salutare Al termine si trova un mini-dizionario molto utile poiché contiene messaggi-chiave su alimentazione e salute spiegando in modo semplice ad esempio come l’alimentazione influenza la salute del bambino oppure cosa si intende con il termine svezzamento ancora di quante calorie ha bisogno ogni giorno il bambino. Di questo libro vi è anche la versione in simboli (IN-book) che tramite la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) rende più comprensibile il testo a chi presenta difficoltà della sfera comunicativa di varia origine, ritardo di linguaggio o deficit dell’attenzione.

    INFO SULLA SCRITTRICE

    La dottoressa Leila Auriti esercita la sua professione in provincia di PG. Dal 16/11/1993 è iscritto all’albo Provinciale dei Medici Chirurghi di PERUGIA, nel 1977 si laurea in Medicina e chirurgia a Milano. Infine si specializza in Pediatria a Milano il 25/07/1980.

    SITO UFFICIALE 

    Buon Appetito! Uno, due, tre… pappa! – INBOOK (bertonieditore.com)

    INFO SULLA GIORNALISTA ILARIA SOLAZZO

    La sua sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente “Una, nessuno e centomila”, ovvero giornalista, scrittrice, blogger, speaker radiofonica e non solo! Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è per lei un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali pugliesi , poi l’approdo nelle “reti” nazionali . Non ha dubbi: le sue passioni sono le più belle del mondo. Una passione prima che un progetto lavorativo. Divora libri e alcuni li ha anche scritti, si nutro di storie, ma non solo. Scatta e colleziona foto, adora intervistare i volti noti e meno noti dello show-bizz sostenendo che siano un mondo intrigante da scoprire.

     

     

    Il libro di Carlo Molfetta in tutte le librerie

    Titolo: “Carlo Molfetta… l’uomo oltre l’atleta”.
    Redazionale a cura di Ilaria Solazzo.

    “The Wolf l’ossessione di un sogno. Cosa si nasconde dietro un successo” di Carlo Molfetta per Bertoni editore vede la prefazione di Giovanni Malagò e l’introduzione di Giovanni Bruno. Molfetta medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012 è uno degli autori della Bertoni Editore. Il libro uscito nel 2021 descrive la storia di un percorso che ha portato Carlo ai vertici della sua categoria, ma soprattutto è la storia di un Grande Uomo.

    SINOSSI

    Un libro in cui il campione olimpico Molfetta racconta senza filtri il suo successo e come è arrivato all’oro olimpico. «Ero certo che non avrei mollato, per questo ho vinto. Sotto di cinque punti, un solo minuto dalla fine, a un passo dal poter entrare nella storia del taekwondo italiano. Non c’era più paura, non c’era più pressione. Era l’occasione della vita, era la mia Olimpiade. L’ho vinta». Con queste parole si apre il libro di Carlo Molfetta che racconta a tutti la sua scalata verso il successo, un traguardo difficile e non privo di ostacoli che lo ha portato con tanta fatica a conquistare l’oro olimpico. Tutto parte da Mesagne, piccolo paese della Puglia, a una manciata di chilometri da Brindisi, dove un giovane ragazzo coltiva la passione per il taekwondo. «Tutto è cominciato qui, ed è qui che tornano spesso i pensieri per un viaggio nel tempo tra i dolci ricordi d’infanzia e l’ossessione che mi ha tormentato per anni: vincere l’oro olimpico» (estratto del libro). A distanza di anni l’atleta ha voluto ripercorrere la sua avventura per il bisogno di fornire, ai nuovi atleti e non, uno strumento sul come raggiungere un obiettivo e le forze con le quali si può scontrare. «Un sogno tricolore, da leggenda, firmato Carlo Molfetta e intrecciato a cinque cerchi di gloria. Eravamo a Londra, ombelico del mondo di un’estate olimpica, quella della XXX edizione dei Giochi Estivi e quel ragazzo di Mesagne aveva appena conquistato un successo che faceva rima con storia, il primo assoluto del taekwondo azzurro nella manifestazione sportiva per eccellenza. La pagina di gloria che tutti vorrebbero incidere, a caratteri cubitali, una lezione di tecnica, di sport ma soprattutto di vita. Per tutti». (estratto della prefazione di Giovanni Malagò).

    La carriera di Carlo Molfetta:

    -2000: Campionati Mondiali Juniores – ORO

    -2001: Campionati Mondiali – ARGENTO

    –2002: Coppa del Mondo – ORO

    -2003: Open Zagreb – ARGENTO

    -2003: Universiadi – ORO

    -2004: Qualificazione Giochi Olimpici – qualificato

    – 2004: Campionati Europei – ARGENTO

    -2004: Giochi Olimpici Atene

    -2005: Open Svezia – ORO

    – 2005: U.S. Open – ORO

    – 2005: Campionati Europei- BRONZO

    – 2008: Campionati Mondiali Militari – ARGENTO

    – 2009: German Open – ARGENTO

    – 2009: Spanish Open – ARGENTO

    – 2009: Campionati Mondiali- ARGENTO

    – 2010: Campionati Europei – ORO

    – 2010: Campionati Mondiali Militari – ORO

    – 2011: Dutch Open – ORO

    – 2011: Campionato Mondiale – BRONZO

    – 2012: Qualificazioni giochi olimpici – ARGENTO/qualificato

    -2012: Campionati Europei – BRONZO

    – 11/08/2012: Olimpiadi Londra – ORO

    – 10 volte Campione Italiano tra le Cinture nere

    DESCRIZIONE

    “Un sogno tricolore, da leggenda, firmato Carlo Molfetta e intrecciato a cinque cerchi di gloria. Eravamo a Londra, ombelico del mondo di un’estate olimpica, quella della XXX edizione dei Giochi Estivi e quel ragazzo di Mesagne aveva appena conquistato un successo che faceva rima con storia, il primo assoluto del taekwondo azzurro nella manifestazione sportiva per eccellenza. La pagina di gloria che tutti vorrebbero incidere, a caratteri cubitali, una lezione di tecnica, di sport ma soprattutto di vita. Per tutti”. (Giovanni Malagò)

    DETTAGLI

    Autore: Carlo Molfetta.
    Curatore: Alfredo Alberico.
    Editore: Bertoni.
    Copertina a colori flessibile.
    In commercio da: maggio 2021.
    Pagine: 110.
    Tipo: Brossura.
    EAN: 9788855352970.

    DOVE POTER ACQUISTARE ONLINE IL LIBRO

    https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/807-the-wolf-l-ossessione-di-un-sogno.html

    https://www.ibs.it/the-wolf-ossessione-di-sogno-libro-carlo-molfetta/e/9788855352970

    “Dietro al mio successo c’è semplicemente una persona che non si è abbattuta davanti a nessuna difficoltà. Sono andato avanti sempre, oltre ogni infortunio. Contro tutto e tutti. Anche quando gli altri (alcuni maestri compresi) mi davano per spacciato già quattro anni prima di vincere poi le Olimpiadi. Io sono questo. Uno che crede vivamente che, in qualsiasi ambito, il successo derivi dal lavoro e dal sacrificio che uno fa”. Carlo Molfetta.

    RECENSIONE

    Carlo Molfetta è un grande: un grande sportivo, un ottimo dirigente sportivo, un grande uomo. Mi onoro di poterlo considerare anche un grande pugliese, come me. il taekwondoka mesagnese Carlo Molfetta insieme alla tennista brindisina Flavia Pennetta entrano ufficialmente a far parte delle leggende dello sport italiano. Un sogno che si trasforma in ossessione. Cinque cerchi di gloria. Il successo sportivo ai massimi livelli. La medaglia del metallo più prezioso. Classe 1984, originario di Mesagne (in provincia di Brindisi), Carlo è entrato in palestra all’età di cinque anni. Da allora quella giovane promessa ha fatto tanta strada, senza perdere quell’animo e quello spirito che l’hanno sempre contraddistinto. Carlo Molfetta desiderava l’oro olimpico sin da bambino. Da quando a scuola, in seconda media, faceva gli autografi ai suoi compagni di classe dicendo: “io un giorno vincerò le Olimpiadi”. Ha dichiarato pubblicamente parlando di se steso: “Carlo bambino è sempre con me. Sono rimasto quel Carlo che non si fermava mai, che voleva sempre imparare, che era curioso. Solo che, nel tempo, ho acquisito tanta esperienza. Durante la mia crescita ho sempre cercato di mantenere quel mio lato bambino sempre vivo. Perché penso che affrontare la vita con un po’ di spensieratezza faccia bene. A te stesso ma soprattutto a chi ti circonda. Quindi io non ho fatto altro che vivere una vita da Peter Pan, in versione matura”. Una storia sportiva, la sua, costellata di successi e sconfitte, come quella di ogni atleta che si rispetti, ma anche di qualche infortunio di troppo. Uno, in particolare, gli costò la partecipazione ai Giochi di Pechino del 2008. In quel periodo disse: “All’ennesimo infortunio, pensai di smettere. Mi ero rotto nuovamente il crociato. Era la quarta operazione in due anni. A quel punto mi sembrava di non farcela più. Non avevo la forza di rialzarmi”. Ma il suo motto è: “Non sempre le cose vanno come uno spera che vadano, ma l’importante è non mollare mai”.

    La medaglia conquistata a Londra è stata naturalmente l’esperienza più esaltante della sua carriera (qualche compagno di classe, memore di quel ragazzino dai sogni d’oro, sarà sicuramente andato a ricercare il suo autografo). Quel sogno, dopo tantissimi anni, si è realizzato. A colpi di sacrifici, allenamenti e infortuni da superare. Non una linea dritta la sua, ma un percorso ad ostacoli, che non gli ha impedito, però, di raggiungere il risultato a cui ambiva da sempre. Durante una intervista ha raccontato: “Io non lo vedevo come qualcosa che volessi raggiungere, ma proprio come qualcosa che ero costretto a fare per sentirmi soddisfatto e fiero della mia vita. Appunto era diventata un’ossessione”. Quella di Carlo Molfetta è una delle pagine più belle della storia dello sport azzurro. Di quella Olimpiade Carlo conserva gelosamente due ricordi. Due istantanee che sono rimaste impresse nella sua mente. La prima: la vittoria in semifinale con il Mali contro Daba Modibo Keita, già campione del mondo 2007 e 2009. Un atleta di 2.03 metri per 105 chili. Una sfida che avrei tranquillamente evitato, se fosse stato possibile. Lui era senza dubbio il mio incubo peggiore. La seconda: il calcio del 9 pari della finale. Quello che mi ha permesso di gareggiare e poi vincere al golden point round. Carlo Molfetta ha chiuso la sua carriera a 32 anni dopo aver vinto tutti i principali trofei internazionali del taekwondo: un oro olimpico a Londra 2012, un oro, due argenti e un bronzo ai Mondiali; un oro, un argento e 2 bronzi agli Europei; una Coppa del Mondo e un oro alle Universiadi, a cui vanno aggiunti anche 10 titoli italiani. Figlio d’arte (appassionatosi a questo sport grazie a suo padre Eupremio), Carlo Molfetta una volta annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica ha deciso di dedicarsi ai giovani con la missione di trasferir loro la sua esperienza e la sua passione. Il soprannome The Wolf gli fu affibbiato da ragazzino. All’epoca Carlo metteva il caschetto al contrario e poi quando saliva sul quadrato lo giravo nella direzione giusta ed iniziava a combattere. Con la sua faccia innocente ingannava tutti, poi arrivava e menava come un fabbro. E quindi iniziarono a paragonarlo al protagonista della favola di Cappuccetto Rosso che si travestiva da nonnina, ma in realtà era un lupo cattivo. Ambizioso, caparbio, uno che molla mai. Come lui stesso ama definirsi. Ragazzo genuino, sempre con il sorriso sulle labbra. Con la battuta pronta. Fuori dal quadrato Carlo era ed è un simpatico umorista. Tutti gli errori che ha fatto non ha mai avuto paura di raccontarli, anzi crede che proprio quelli siano la base per il grande successo poiche ogni atleta deve, chiaramente, poter sbagliare per conto proprio e imparare personalmente dai propri sbagli. “Bisogna mettere l’anima in ogni calcio”, ha più volte sottolineato. L’idea di questo libro nasce in tempi non sospetti, subito dopo Londra 2012. Una figura speciale chiacchierando con Carlo gli mise una pulce nell’orecchio. Nel 2015, nel corso delle Olimpiadi europee a Baku, Carlo commentava le partite insieme ad Alfredo Alberico. Da subito tra loro si creò un feeling particolare, ma soprattutto di gran rispetto reciproco. Così alla domanda di Alberico “Ma tu hai mai pensato di scrivere un libro?”, Molfetta rispose: “Perché non lo scrivi tu?”. E così ebbero inizio i loro incontri periodici in cui buttavamo giù pensieri e spunti. Il risultato è quello che leggerete. Il fisico e la mente. L’ossessione e il sogno. Il sacrificio e la fatica. I successi e le cadute. Campioni si diventa solo così. E il bello è che per Carlo non è mica finita qui. Lo attendono altri nuovi super progetti. Il libro è ordinabile dal sito www.bertonieditore.com e in tutti gli store online.

     

    INFO SULLA GIORNALISTA ILARIA SOLAZZO

    La sua sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente “Una, nessuno e centomila”, ovvero giornalista, scrittrice, blogger, speaker radiofonica e non solo! Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è per lei un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali pugliesi , poi l’approdo nelle “reti” nazionali . Non ha dubbi: le sue passioni sono le più belle del mondo. Una passione prima che un progetto lavorativo. Divora libri e alcuni li ha anche scritti, si nutre di storie, ma non solo. Scatta e colleziona foto, adora intervistare i volti noti e meno noti dello showbizz sostenendo che siano un mondo intrigante da scoprire.

     

    Chistoni Aurora è la nuova Reginetta di bellezza

    Aurora Chistoni è la più bella del reame. Segni particolari? Bellissima.

    Livornese 175 cm di altezza fisico da pin up, 23 anni studia economia e management al università di Pisa, ma lavora part-time come ragazza immagine in agenzie di moda, e discoteche.

    Sogna di laurearsi e di avere un opportunità nel mondo spettacolo (cinema/tv/teatro) e alcune sere fa ha partecipato ad un concorso di bellezza a Prato, vi era presente anche Lui, Alessandro Maiorano il bandito da Firenze, e quando “la bellezza si incontra con il crimine?” Puo’ diventare una miscela esplosiva che se gestita bene potrebbe portare la bella Aurora ad ambire a mete e palcoscenici prestigiosi dello show business.

    Ma tutto questo può non bastare perché oltre alla bellezza occorre intelligenza, studio, applicazione e piedi ben piantati in terra, ma se uno come “il nemico pubblico numero uno in Italia” al secolo Alessandro Maiorano l’ha notata e voluta conoscere… tutto questo potrebbe essere di buon auspicio per la sensuale Aurora nella speranza che tutti i suoi sogni e desideri si possano avverare.

    Due cuori matti il libro edito da Bertoni Editore

    IL LIBRO “Due cuori matti” va a ruba nelle librerie online e non solo!

    Due cuori matti (bertonieditore.com)

    Copertina del libro

    Breve descrizione del libro

    Per decenni hanno scritto che erano rivali, antagonisti nella musica poiché entrambi estimatori di Elvis Presley. Simili nello stile musicale e nel look, con quel ciuffo che avrebbe fatto storia. Invece, Roberto Satti, in arte Bobby solo e Antonio ciacci, alias Little Tony – sono stati davvero amici. Un’intesa nata dalla comune passione per il re del rock and roll e per la musica d’Oltreoceano, che negli anni si è trasformata in amicizia sincera, inossidabile, a tratti anche scanzonata; loro che non avrebbero mai voluto crescere per gustare ogni attimo della vita come solo i bambini e i poeti sanno fare. Festival di Sanremo 1964, l’edizione vinta da una giovanissima Gigliola Cinquetti che in punta di voce canta “Non ho l’età”, è lì che Bobby e Tony si incontrano per la prima volta durante le prove.

    In foto Teresa Giulietti

    Dove poter acquistare il libro anche online

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    Bobby Solo. Little Tony. Due cuori matti – Bobby Solo, Teresa Giulietti – Libro – Mondadori Store

    Due cuori matti (bertonieditore.com)

    INTERVISTA

    Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato, oggi, per noi l’autrice del libro.

    foto tratta dal sito MYmovies.it

    Bobby Solo, per i 70 anni si regala Meravigliosa vita – MYmovies.it

    D. Come sei arrivata alla scrittura? Hai mai avuto paura di non essere all’altezza?

    R. Ricordo di aver sempre scritto, fin da quando ero bambina, da ancor prima di aver imparato a leggere e scrivere. Nonna Sandra, maestra, innamorata dei libri, mi ha instradato alla scrittura facendomi compilare pagine di lettere, poi di parole per dar vita a frasi e concetti e questo già dall’età di quattro anni e mezzo. Dall’altra parte, una nonna di campagna, nonna Teresa, la nonna materna, mi ha sempre raccontato storie bellissime, un misto di leggende e vicende realmente accadute nelle sue montagne. Queste due figure sono state fari illuminanti per la mia scelta di scrivere, insieme a una naturale attitudine; nella mia famiglia – soprattutto da parte paterna – si sono succedute scrittrici e scrittori.

    Da bambina alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”, senza titubanze rispondevo “la scrittrice”. Ci sono delle foto di me bambina sempre con un foglio e una penna in mano, anche se non sapevo ancora scrivere sentivo fortemente l’esigenza di riportare su carta quello che vedevo e quello che sentivo, ciò che restava sulla carta erano semplici ghirigori ai quali io attribuivo un valore speciale.

    Paura di non essere all’altezza? Non mi sono mai posta il problema, la scrittura per me è sempre stata un’esigenza prima ancora che una passione. Era come respirare, come mangiare, un modo di vivere e lo è tutt’oggi.

    Foto tratta dal web

    D. Perché e per chi scrivi? Come ti senti quando scrivi?

    R. Scrivo per me; come dicevo, è assolutamente un’esigenza. Non riuscirei a fare senza. Certo, nel momento in cui mi accingo a scrivere un romanzo, una biografia, penso a chi mi leggerà, e mi predispongo responsabilmente a questo lavoro. Si tratta di una forma di responsabilità e di rispetto verso il lettore che merita attenzione e cura.

    Ecco perché presto particolare scrupolo anche alla forma, alla sintassi, all’uso della parola, alla loro musicalità. Rileggo sempre a voce alta, il giudice severo che dimora in me (e che negli anni si è notevolmente irrigidito) non si lascia scappare nulla, o quasi. Scrivo per stringere comunioni, alleanze, per condividere stati d’animo, anche per accorciare le distanze e preservarci, preservarmi, da quella che credo sia la più grande paura di tutti noi, ovvero la morte, la fine di tutto.

    Io non ho figli e i miei libri in qualche modo lo sono, sono il mio proseguimento. Quello che lascerò di me agli altri. Tutto sommato, il mio ego inizia e finisce lì. Scrivere per gli altri e degli altri mi ha aiutata molto a ridimensionarlo, mi piace sentirmi un tramite tra la loro vita, quello che vorrebbero raccontare di sè è quello che io scelgo di mettere su carta. Ogni libro è un figlio nato dall’amore, a cui poi concedo la libertà di andare dove vuole. Nella maniera che preferisce.

    Little Tony (S) e Bobby Solo durante la puntata de ‘La prova del cuoco’, abbinato all’estrazione della Lotteria Italia, il 06 gennaio 2013 a Roma.
    ANSA/GUIDO MONTANI

    D. Quando Montale, ormai quarant’anni fa, tenne il proprio discorso di ringraziamento alla cerimonia del Nobel si interrogò sul senso della poesia nella nuova era della comunicazione di massa. Ad oggi la situazione probabilmente è ancora più critica, soprattutto se consideriamo il numero di lettori in Italia. Mi chiedevo, quindi: qual è il senso della letteratura secondo te?

    R. Credo che il senso della poesia sia quello di curare lo spirito e, dunque, anche il corpo. Da studiosa di psicosomatica sono fermamente convinta – e ci sono grandi pensatori, molto più grandi di me, che me l’hanno insegnato-, che spirito e corpo siano sostanzialmente la stessa cosa, costituiti di materia differente, ma imprescindibili e assolutamente collegati. Se dialogano si realizza armonia, se entrano in conflitto, caos e disarmonia. La poesia è proprio una medicina che cura lo spirito dalle ferite che l’uomo stesso infligge a se stesso. Incredibile, sono gli uomini a curare gli altri uomini attraverso la parola libera, la parola sonora, affrancata da regole codificate.

    Quello della letteratura è un compito simile, forse meno terapeutico, più concreto, che ha a che vedere più con la storia degli uomini. La letteratura preserva dall’oblio le storie dell’uomo e assicura loro immortalità. I libri restano, sono più longevi, più forti di noi esseri umani.

    foto tratta dal web da questo link

    Buon compleanno Little Tony, i 70anni del ‘ragazzo col ciuffo’ – la Repubblica

    D. È sempre molto affascinante venire a sapere come gli scrittori costruiscano le storie. C’è chi dice di inseguire i personaggi tra le strade della città, chi racconta di partire da uno sguardo scambiato furtivamente per strada. Tu, invece? Da dove hai tratto l’ispirazione per questo tuo libro e come lo hai costruito?

    R. Generalmente parto da storie che mi vengono raccontate o che vivo personalmente. Talvolta le due cose si fondono. Ovvero, alle storie degli altri accosto la mia storia personale, il mio sentire, fino a fonderli in un unicum. Una cosa che ti posso dire è che difficilmente so dove andrò a parare. Non faccio scalette, non organizzo quasi mai nulla, procedo partendo da una frase, un’immagine, un aneddoto che mi è stato raccontato, come nel caso di questo ultimo libro “Due cuori matti”, poi sono le parole a costruire la storia. Le parole costruiscono le immagini e anche i personaggi che arrivano a vivere di vita propria.

    Nel 2003 a Sanremo Little Tony canta in coppia con Bobby Solo nella sezione campioni
    CLAUDIO ONORATI/ANSA/FER /TO

    D. Gli autori che ti hanno ispirata?

    R. Fin da bimba, grazie alle letture della nonna maestra, ho apprezzato Collodi, Pinocchio in particolare. E poi Calvino per quella capacità di fondere realtà e immaginazione. Dall’adolescenza in poi, i poeti francesi per la ricerca emotiva e sonora della parola: Verlaine, Baudelaire, Rimbaud e gli scrittori francesi, in primis Maupassant e Balzac Ai tempi dell’università ho avuto una folgorazione per Milan Kundera. Oggi adoro soprattutto David Grossman, un maestro dell’intuitività, riesce a fondere profondità e leggerezza come credo pochi scrittori contemporanei. E Muriel Barbery, l’autrice de L’Eleganza del riccio.

    Foto trattae da MYmovies.it

    Bobby Solo, per i 70 anni si regala Meravigliosa vita – MYmovies.it

    D. Una delle frasi più incisive del libro L’esercizio (La nave di Teseo), che ho leto recentemente, recita: “chi scrive vuole sentirsi Dio”. Sicuramente questa affermazione ha molto a che fare con ciò che la storia racconta, ma mi chiedevo, tu che sei proprio una scrittrice, come ti relazioni a questo?

    R. Io non mi ci sono mai sentita e non mi voglio sentire. Dio è una parola che mi incute timore. Capisco il concetto ma mi basta ogni tanto avere la certezza di essere Teresa, semplicemente Teresa che scrive. So di essere anche altro, di avere tante sfaccettature, però ecco questo aspetto lo lasciamo per una prossima intervista.

    Foto tratta da MYmovies.it

    Bobby Solo, per i 70 anni si regala Meravigliosa vita – MYmovies.it

    D. C’è qualche autore che ti ha – direttamente o indirettamente – ispirato nella scrittura di questo libro?

    R. Per ciò che riguarda il libro “Due cuori matti” la storia è quella di un’inossidabile amicizia tra due mostri sacri della canzone italiana: Little Tony e Bobby Solo. Sono stata ispirata dall’ascolto. Per chi fa il mio lavoro l’elemento fondamentale e insostituibile è la capacità di saper ascoltare. Preferisco farlo con la persona davanti, occhi negli occhi, non sempre è possibile, per cui ci si avvale del telefono. Bobby è un grandissimo narratore, uno scrigno ricco di aneddoti e ricordi, ha una buonissima memoria. Nel corso delle nostre telefonate mi ha raccontato il dietro le quinte della sua vita, dei suoi amori, della sua amicizia con Little Tony.

    Contemporaneamente mi sono andata a rileggere le loro vecchie interviste, a rivedere i video dei concerti, delle trasmissioni televisive, come quello della loro partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003 al quale si presentarono con la canzone “Non si cresce mai”. Da una parte guardavo come una normalissima spettatrice, dall’altra parte, avevo il beneficio di un racconto che lui mi aveva appena fatto.

    foto tratta da MYmovies.it

    Bobby Solo, per i 70 anni si regala Meravigliosa vita – MYmovies.it

    D. Teresa, la passione per l’arte e la scrittura si integrano nel tuo approccio olistico alla comprensione della Psiche… qual è l’intento sotteso alla scelta del titolo e del sottotitolo?

    R. Questi elementi sono imprescindibili l’uno dall’altro, sono per me delle medicine che migliorano la qualità della vita. Le considero strade da percorrere, viaggi e rivelazioni. Attraverso lo studio dell’arte, l’osservazione della natura, l’ascolto della musica e l’importanza che conferisco alla parola credo di avere impreziosito la mia esistenza, forse anche quella di chi mi sta accanto. Diciamo che sono personaggi anche loro, capaci di rendere meno scontata la vita, più preziosa e stimolante.

    Il titolo “Due cuori matti” è un esplicito riferimento alla canzone più famosa di Little Tony, ma mi piaceva l’idea che queste due persone – che per tanto tempo dalla stampa sono state raccontate come antagoniste – in verità fossero grandi amici: due cuori palpitanti. Il cuore, così come insegna l’Antica Medicina Cinese è l’Imperatore assoluto, il centro di tutto, un microcosmo che custodisce insieme all’antica saggezza, la follia, intesa come spinta creativa. Ciò che sa renderci individui liberi.

    D. Questo libro, come una sinfonia, è il risultato dell’accordare diverse note, come avete raggiunto tale accordo?

    R. Ribadisco il concetto: tutto parte dall’ascolto, poi dalla ricerca di parole, assonanze, immagini che possano trasferire il racconto di una vita in narrazione scritta. È chiaro che c’è anche un po’ di fiction, mi piace di più il termine “trasformazione”, ovvero: il fatto raccontato, poco a poco, si trasforma attraverso scelte stilistiche ed emozioni di chi scrive. Lavorare con Roberto è stato facile e divertente, lui si è fidato di me, mi ha lasciato grande libertà espressiva e lui è stato generosissimo nel raccontarsi.

    D. Secondo te qual è il segreto per conquistare un lettore?

    R. Non lo so se ci sia un vero e proprio segreto per conquistare il lettore. Attraverso la mia esperienza ho capito che è importante parlare di faccende che potremmo definire universali, ossia che riguardano un po’ tutti, scavando però sulla superficie, non avendo timore di fare uscire fantasmi, ataviche paure, resistenze collettive e soprattutto non dando nulla per scontato. Io sono sempre guidata dalla curiosità di scoprire cosa si nasconde sotto certi atteggiamenti, e dentro le parole che si dicono o non si dicono, spostando l’attenzione dall’universale al singolo individuo. Sfatando miti e pregiudizi, questo modo di scrivere che scava, scava nelle emozioni, nel non detto, ci fa sentire tutti molto simili, specie nel dolore.

    D. C’è un ricordo del tuo percorso che ti sta più a cuore degli altri, vi è un aneddoto che vorresti condividere con noi?

    R. Come ghostwriter ho scritto tantissime storie e mi sono relazionata con persone note e meno note, con vite ordinarie e straordinarie, per quanto ritenga che ogni vita abbia il diritto di essere raccontata. Anni fa ho ricevuto una telefonata da un committente che mi ha raggiunto tramite il mio sito web: lasignorinawrite. Una tale Francesca che avrebbe voluto incontrarmi di persona per parlarmi del suo progetto “particolare”. Ci siamo incontrate a Bologna, (io non sapevo nulla di lei), a un certo punto vedo una suora che si avvicina al tavolino del bar in cui ci eravamo date appuntamento, si presenta “Buongiorno, io sono suor Francesca”.

    Mi rivela il desiderio di voler realizzare un taccuino erotico – non indirizzato alla stampa, una sorta di regalo speciale per i suoi cinquant’anni – che vede come protagonisti lei e un amore platonico, quello per un medico conosciuto in Africa nel corso di una missione umanitaria. Mi mostra anche delle foto del bel dottore, poi mi rende partecipe dei suoi sogni erotici. Credo di non essermi mai divertita tanto come quel pomeriggio con suor Francesca, una donna ironica, coraggiosa e intraprendente.

    D. Progetti futuri?

    R. Ho appena terminato il libro di Alex Baudo, un musicista australiano di origini italiane, conosciuto in Italia per essere il figlio del noto presentatore. Una biografia molto intensa con la quale Alex vuole farsi conoscere per la sua reale storia. L’amore per la musica, i sacrifici per inseguirla, i viaggi per il mondo, il legame indissolubile con la famiglia di origine, la depressione e la sua rinascita. Sto lavorando sulla biografia di Nello Salza, il trombettista del cinema italiano che ha lavorato per 25 anni con Ennio Morricone. Tra qualche mese uscirà un mio romanzo in cui, forse per la prima volta, ho raccontato di me, a tutto tondo. E un po’ mi spaventa. Preferisco parlare di me attraverso la vita degli altri. Mi sento più protetta.

     

    In foto l’Editore Bertoni

     

    Addio a Gina Lollobrigida, la grande attrice italiana è morta a 95 anni

    Articolo a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger.

    foto tratta dal web

    Con Gina Lollobrigida se ne va un secolo di cinema, italiano ed internazionale. Grandissima interprete, in grado di dare voce e corpo a personaggi femminili indimenticabili, la Lollo è stata anche una fotografa, artista e reporter, che ha segnato il Novecento come poche.

    foto tratta dal web

    Lollobrigida, Grande protagonista del cinema italiano, era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva quindi 95 anni compiuti. Lo scorso settembre l’attrice, che una generazione ha conosciuto come la Bersagliera, era stata dimessa dalla clinica, dopo una caduta in casa che le aveva causato una frattura del femore per cui era stata operata. Già quattro anni fa la Lollo era finita in ospedale proprio per un incidente domestico. In quell’occasione l’attrice fu presa in cura dai sanitari del Sant’Eugenio, ospedale a poca distanza dalla sua villa sull’Appia Antica, e dimessa un paio di giorni dopo.

    Pietrasanta (LU), Gina Lollobrigida nel suo laboratorio 2010-07-30 © Majlend Bramo/Massimo Sestini

    Proprio il figlio ha dato la notizia della sua morte, il 16 gennaio 2023, che sarebbe sopraggiunta per l’aggravarsi delle sue precarie condizioni di salute dovute all’età:

    La Bersagliera ci ha lasciato. Profondamente addolorati ne danno il triste annuncio il figlio Milko  e suo nipote Dimitri. La famiglia chiede, in questo momento di grande dolore, da parte dei media il massimo rispetto. Seguiranno ulteriori comunicazioni in merito.

    foto tratta dal web

    Fino alla caduta accidentale in casa dello scorso settembre, con la frattura del femore che l’ha costretta a un intervento, giudicato perfettamente riuscito, ha vissuto da sola nella grande villa sull’Appia Antica, senza aver nulla della diva sul viale del tramonto, tanto da accettare la candidatura alle ultime elezioni, al collegio uninominale del Senato a Latina, e in altre circoscrizioni nel plurinominale proporzionale, per la lista ‘Italia sovrana e popolare’. Non era la prima volta: nel 1999 il suo nome compariva nella lista dei Democratici per le Europee. La sua vitalità ironica e la sua schiettezza nel guardare alla vita ne consegnano intatta l’immagine per tutte le generazioni che l’hanno vista icona del cinema, sex symbol italiano e ricordata nel mondo dalla stella sulla Hall of Fame di Hollywood.

    foto tratta dal web

    “Pinno un tuffo in aria” IL libro illustrato con testo integralmente espresso in simboli

    Recensione a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger.

    “Pinno un tuffo in aria” è un inbook, un libro illustrato con testo integralmente espresso in simboli. Leggerlo con i piccoli è divertente. Indicando i riquadri, uno ad uno con il dito, senza modificare velocità e ritmo della lettura originale si possono ottenere momenti di felicità. Il libro pubblicato da Bertoni Editore per la sezione Bertoni Junior è stato ideato da Elisa Mazzoli e Roberto Grassilli. Le traduzioni in simboli sono state realizzate da Roberta Palazzi, mentre per ciò che concerne la supervisione del testo in simboli, secondo il modello definito dal Centro studi inbook, Antonio Bianchi. Pinno non è né un pesce né un bambino. Pinno è un libro tradotto in simboli, da leggere insieme, un libro per l’infanzia, un input per l’interazione, per l’inclusione, per l’integrazione. Il simbolo è composto da un’immagine grafica accompagnata dalla parola alfabetica corrispondente: entrambe sono racchiuse da un riquadro che visivamente le tiene insieme e le evidenzia. Ascoltando e osservando il simbolo, il lettore può comprendere più facilmente il testo, soprattutto se i simboli vengono indicati uno adesso uno, facendo attenzione a non coprire con il dito né l’immagine né la parola. 15 euro di puro godimento per tornare bambini. Elisa Mazzoli ha la grande capacità di guardare e ascoltare i bambini – che dei suoi libri sono i destinatari ma anche i protagonisti – riconoscendone i tratti più veri e andando oltre un’idea adulta e spesso stantia dell’infanzia. I suoi personaggi, anche quando hanno una disabilità, sono prima di tutto bambini e forse anche per questo i lettori si riconoscono facilmente e a fondo nelle sue storie, senza farsi frenare dal sentore di un trabocchetto moralistico.
    How to tone your arms: exercises for all ages. Fitness at home with Fab SMS sustanon 250 cycle premature aging of the skin: causes and remedies – secrets of fitness

    Pinno un tuffo in aria – Area onlus (areato.org)

    Elisa Mazzoli ha la grande capacità di guardare e ascoltare i bambini – che dei suoi libri sono i destinatari ma anche i protagonisti – riconoscendone i tratti più veri e andando oltre un’idea adulta e spesso stantia dell’infanzia. I suoi personaggi, anche quando hanno una disabilità, sono prima di tutto bambini e forse anche per questo i lettori si riconoscono facilmente e a fondo nelle sue storie, senza farsi frenare dal sentore di un trabocchetto moralistico. Questo accade con risultati di grandissimo valore in Noi (Bacchilega Junior, 2013), che è non a caso uno dei libri più belli finora usciti in Italia con un’attenzione al tema della diversità, e lo stesso si rileva per certi versi anche in Pinno un tuffo in aria (Bertoni, 2020), uno dei titoli più recenti dell’autrice, con illustrazioni di Roberto Grassilli.

    Il protagonista, qui, pur vivendo nel mare, è un bambino a tutti gli effetti e non un pesce come si potrebbe pensare. Pinno vive in un sottomarino e ha un pescecane per animale domestico ma a parte questo, come tutti i bambini, non resiste all’idea di giocare con dei suoi coetanei. Così, uscito dalle profondità per un tuffo e udite delle giovani voci, Pinno si dirige senza esitazioni verso i bambini della spiaggia con il fermo intento di fare amicizia. Questi, dal canto loro, lo sommergono di domande – cosa che effettivamente di norma accade quando qualcosa o qualcuno di insolito irrompe nella quotidianità dell’infanzia – ma una volta soddisfatti nei loro interrogativi, non esitano a lasciarsi travolgere dal comune interesse per il gioco. Così come è venuto, Pinno torna infine alle sue onde, non senza la promessa di tornare presto dai suoi nuovi amici.

    Recensione

    Semplicissima nella struttura, la storia di Pinno dice con gentilezza lo stupore e fors’anche lo spavento che l’incontro con la diversità può generare, restituendo a entrambi i sentimenti il loro diritto di essere. Al contempo rivela la spontaneità con cui i bambini esternano le domande urgenti che tale incontro può suscitare in loro e che, se non sepolte e messe a tacere, aprono la strada a possibilità di conoscenza reciproca. Significativo, in questo senso, è il contributo interessante che le illustrazioni di Roberto Grassilli apportano al libro: le sue figure dai colori saturi e al limite della fluorescenza, le sue inquadrature ricercate e i suoi dettagli a tratti deformanti restituiscono un senso di straniamento e sorpresa generale, come a sottolineare che in fondo l’altro siamo sempre anche noi. “Pinno un tuffo in aria” è pubblicato dall’editore Bertoni Junior in formato inbook e presenta dunque il testo in simboli WLS. La scelta ha accompagnato la progettazione del libro fin dall’inizio, il che ha permesso ad Elisa Mazzoli di comporre un testo essenziale, lineare e realmente accessibile anche nella struttura sintattica senza bisogno di particolari rimaneggiamenti a posteriori. I simboli presentano, come da modello inbook, un riquadro ben marcato che comprende sia la componente alfabetica sia quella iconica, una distribuzione sulla pagina che segue la struttura della frase e un’indicazione puntuale dei diversi qualificatori (numero, genere…). Il libro unisce così una grande semplicità strutturale e un alto livello di dettaglio morfologico-sintattico, supportando e incentivando il miglioramento delle competenze di comprensione e lettura di bambini con difficoltà comunicative.

    Link ufficiale della casa editrice

    Pinno un tuffo in aria (bertonieditore.com)

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    Pinno un tuffo in aria, in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) – Mazzoli Elisa, Bertoni, Trama libro, 9788855351485 | Libreria Universitaria

    Dettagli

    Info sull’autrice
    Elisa Mazzoli (1973), scrittrice, dal 1996 è autrice di libri per bambini e ragazzi. È entrata nello scaffale internazionale disabilità IBBY, organizzazione no profit riconosciuta dall’UNICEF e dall’UNESCO che promuove la letteratura per l’infanzia nel mondo.
    “Pinno, un tuffo in aria”, testo di Elisa Mazzoli e disegni di Roberto Grassilli, pubblicato nel luglio 2020 per Bertoni Junior (Bertoni Editore). Tuffatevi in aria con lui! Vive nel mare, ma non è un pesce e ha una gran voglia di incontrarvi…
    “Pinno” è un INBOOK, ovvero: oltre al testo normale, si avvale dei simboli CAA (comunicazione aumentativa e alternativa). Potete leggerlo sia nel classico alfabeto sia con la traduzione in piccoli speciali disegni, quindi è decisamente un albo con qualcosa in più. Anche i piccoli che ancora non affrontano la lettura tradizionale possono riuscire a comprendere il testo da soli!
    http://csinbook.altervista.org/

    Il bimbo che vive in fondo al mare è sempre reperibile in libreria anche in versione cartonata!

    Pinno, il bambino dei fondali, che ha un amico pescecane e tanti bambini sulla spiaggia da conoscere e con cui giocare, il giorno in cui decide di tuffarsi in aria per la prima volta.
    Una storia che l’autrice ha scritto appositamente per la versione in #CAA #widgitsymbols di Roberta Palazzi e che è stata illustrata da Rob Grassilli pubblicata da Bertonijunior Bertoni Editore Un albo illustrato per tutti e per ciascun bambino.

    “Pinno un tuffo in aria” scritto da Elisa Mazzoli per Bertoni Junior Editore.
    https://www.bertonieditore.com/…/644-pinno-un-tuffo-in…

     

     

    DANTE il prezioso libro da regalare a Natale

    Redazionale a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger.

    Pagina ufficiale della casa editrice

    https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/784-piccoli-grandi-dante.html

    Dove poter acquistare il libro, Piccoli Grandi DANTE, anche online

    https://www.ibs.it/piccoli-grandi-dante-libro-claudia-savini/e/9788855352932

    https://www.libreriauniversitaria.it/piccoli-grandi-dante-savini-claudia/libro/9788855352932

    https://www.libroco.it/dl/Claudia-Savini/Bertoni-Editore/9788855352932/Piccoli-grandi-Dante/cw518013781439934.html

    https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/784-piccoli-grandi-dante.html

    Info sul libro “Piccoli Grandi DANTE”

    Ehi, parlo proprio con te. In realtà io parlo moltissimo di mio, anche da solo, ma non lo raccontare a nessuno però, già a casa mia mi prendono in giro… Mi chiamo Durante Alighieri. Il mio nome lo devo al nonno materno, Durante Scolaro, il cognome è di mio padre che di nome faceva Alighiero di Bellincione. Non so se succede anche da te, ma qui ci vengono dati i nomi dei nonni e dei bisnonni, a volte i nomi diventano cognomi e viceversa… forse per non perdere le tradizioni di famiglia oppure perché non c’è troppa fantasia, non so! Durante non è un nome propriamente adatto a un bambino, secondo me, però non si può scegliere, giusto? Comunque, per mia fortuna, tutti mi chiamano DANTE.

    Dettagli sul libro

    Titolo del libro: “Piccoli Grandi Dante”.
    Autrice: Claudia Savini.
    Editore: Bertoni.
    Illustratore: Antonini C.
    Data di Pubblicazione: 2021.
    EAN: 9788855352932.
    ISBN: 8855352938.
    Pagine: 94.
    Formato: brossura.
    Età consigliata: 9 anni.

    Racconto fresco, dinamico, divertente; immagina l’infanzia di Dante con riferimenti storici, ma con linguaggio moderno e fluido. Interessante lo stile narrativo che alterna narrazione e spiegazioni/riflessioni dell’autore, con tono leggero. Consigliatissimo!

    Recensione

    Il libro “Piccoli Grandi DANTE” scritto da Claudia Savini per Bertoni Junior è arricchito dalle splendide illustrazioni di Claudia Antonini. Le 91 pagine che compongono il libro ci permettono di fare un viaggio nella vita di Dante. In una chiave contemporanea e originale la scrittrice fa parlare il piccolo protagonista in prima persona: è lui stesso, infatti, a condurre i lettori nel suo mondo.

    L’autore della Divina Commedia è considerato il padre della lingua italiana, ma non solo. Ecco come spiegare Dante ai bambini

    Dante Alighieri è una figura centrale per la cultura del nostro Paese: in Italia non esiste città o paesino che non abbia una via, una strada o una piazza intitolata a Dante e anche la persona meno meno avvezza alle letture umanistiche ne conosce l’inconfondibile sagoma, se non altro perché è ritratto sul dorso delle monete da due euro coniate dalla nostra Zecca.

    Insomma, che ce se ne accorga o meno, il nostro quotidiano “trasuda” Dante e anche senza bisogno di addentrarsi in complicate questioni filologiche, sarebbe bene che fin da piccoli i bambini familiarizzassero con questo personaggio, magari sviluppando la consapevolezza che ogni volta che parlano (o scrivono) nella nostra bella lingua, dovrebbero essere un po’ grati allo “zio” Dante.

    Chi era Dante Alighieri?

    Dante Alighieri fu un poeta e letterato fiorentino che visse tra il XIII e il XIV secolo. In realtà il suo vero nome era Durante di Alighiero degli Alighieri, perché all’epoca non tutti avevano il cognome (solo le famiglie più importanti ne sfoggiavano uno) ed era abitudine identificare una persona citandone anche il padre.

    Nacque nel 1265 e anche se non sappiamo bene il giorno esatto, si data l’evento tra il 21 maggio e il 21 giugno, poiché lo stesso Dante ci ha tenuto ad informarci di essere del segno dei Gemelli in quanto, da buon medievale, era convinto che le influenze degli astri fossero importanti nel destino di una persona. Membro di una famiglia benestante (anche se non tra le più prestigiose della città), Dante fu molto attivo nella turbolenta vita politica di Firenze, che allora era scombussolata da continue lotte interne e dal duro scontro tra guelfi (sostenitori del Papa) e ghibellini (sostenitori dell’Impero, l’altra grande autorità che regnava in Europa). Dante era un guelfo, anzi un guelfo Bianco, che ad un certo punto venne a scontrarsi con la fazione dei guelfi Neri, i quali ebbero la meglio e cacciarono i loro avversari, tra cui Dante stesso.

    Dante infatti dal 1302 venne esiliato dalla sua città (che al tempo era una patria vera e propria) e visse da esule fino alla morte, giunta nel 1321. Grande parte della Divina Commedia fu scritta proprio durante il periodo dell’esilio.

    Insomma, Dante Alighieri non fu affatto un “topo di biblioteca”, ma ebbe una vita molto movimentata!

    Le opere

    La sua opera più importante è naturalmente la Divina Commedia (anzi, Commedia, l’aggettivo “divina” lo aggiunse Boccaccio), l’intramontabile poema allegorico in cui Dante racconta il suo viaggio nell’aldilà attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso. Prima del suo capolavoro fu poeta stilnovista (ossia aderente ai canoni del Dolce Stil Novo) e cantò l’amor cortese nelle Rime giovanili e nella Vita Nova, una specie di raccolta autobiografica in cui Dante termina il proprio processo di maturazione e sancisce il legame tra la scrittura e la sua visione dell’Amore per Beatrice (la sua donna-angelo), che rappresenta l’unico sentimento in grado di elevare l’essere umano.

    Dante però scrisse anche di politica (De Monarchia), della propria concezione di filosofia e, in generale, del intero sapere umano (Convivio) e si occupò anche di linguistica con il De Vulgari Eloquentia, un trattato in latino dove si occupa di quella lingua volgare che lui stesso avrebbe nobilitato qualche anno dopo proprio con la Divina Commedia.

    Perché Dante è così importante?

    Insieme ai suoi “colleghi” Petrarca e Boccaccio, Dante è considerato il “padre della lingua italiana”. Prima di Dante infatti era il latino la lingua letteraria per eccellenza, mentre il volgare (ossia la lingua del vulgo, del popolo) era riservata solo al modo di parlare quotidiano o a componimenti di minore importanza.

    Il Dolce Stil Novo cominciò a scardinare questa concezione, ma fu proprio Dante Alighieri a conferire un’altissima dignità letteraria ed artistica a un dialetto – il volgare fiorentino – che divenne una lingua vera e propria, tanto che secoli dopo venne presa a modello per strutturare l’Italiano moderno.

    Senza la Divina Commedia e il lavoro di Dante oggi, forse, non parleremmo la stessa lingua che invece utilizziamo ogni minuto della nostra vita.

    Ma i meriti di Dante non finiscono qui: nella Divina Commedia (l’opera letteraria italiana più famosa nel mondo) , con i suoi mostri infernali, le penitenze divine e i personaggi descritti, il Sommo Poeta ha infatti regalato uno straordinario affresco della società medievale italiana, consentendoci di capire più da vicino come poteva ragionare un uomo di quel tempo.

    L’Inferno di Dante

    L’Inferno di Dante è la parte più citata e conosciuta della Commedia, nonché quella più affascinante (anche per un bambino). Qui infatti Dante si sbizzarrisce a inventare pene fantasiosissime (e spesso truculente) per i dannati seguendo il principio del contrappasso, il quale regola le pene “invertendo” la colpa o rendendole simili ai peccati commessi. Qualche esempio? Così come in vita si sono lasciati trasportare dalle passioni, i lussoriosi vengono sballottati in eterno da una tempesta divina (contrappasso per analogia). Gli ignavi invece, che in vita non presero mai una decisione e sono sempre rimasti fermi, all’Inferno devono correre continuamente punzecchiati da sciami d’insetti.

    Altro grande elemento di fascino sono poi i mostri infernali, spesso presi in prestito dalla mitologia, come Minosse, il giudice che decide il girone di destinazione dei dannati o Cerbero, il cane a tre teste che fa la guardia al terzo cerchio dell’Inferno.

    Dante e Beatrice

    L’amore di Dante verso Beatrice è probabilmente il tema cardine dell’intera opera dantesca.

    Il nostro Sommo Poeta infatti era sposato con Gemma Donati – dalla quale ebbe anche quattro figli – ma come spesso accadeva all’epoca, il suo vero amore era riservato a un’altra donna, Beatrice appunto, che però non lo ricambiava e morì molto giovane. Di questa donna angelica Dante ne descrisse l’apparizione nella Vita Nova e che poi ne fece una delle sue guide, insieme a Virgilio e San Bernardo, nel viaggio ultraterreno narrato nella Divina Commedia.

    L’amore cantato da Dante però è ben più di una passione o un’infatuazione romantica per una bella donna: l’amore dantesco è un sentimento che eleva l’anima dell’uomo, che lo rende migliore e lo porta ad avvicinarsi a Dio, che infatti il poeta identifica con l’Amore stesso («l’amor che move il Sole e l’altre stelle»). In questo modo Beatrice non è più solo una fonte d’ispirazione per comporre sonetti, ma un vero angelo che salva l’anima di Dante!

    “Soldato sotto la Luna”, Tommaso Maria Costa e la sua prima esperienza sul set.

    Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato l’attore Tommaso Maria Costa figlio del noto produttore cinematografico Christian Costa.

    Piccoli attori per grandi progetti cinematografici. Tommaso Maria Costa è uno dei protagonisti del film “Soldato sotto la Luna“, diretto da Massimo Paolucci. Questa è la sua primissima volta davanti ad una macchina da presa. Una carriera, la sua, che si preannuncia stellare. Si ritroverà in tutti i migliori cinema italiani e stranieri con il suo volto dai tratti americani. Nel suo sangue scorre infatti l’arte. Il papà è il produttore della PH neutro film, la casa di produzione che ha permesso l’evolversi del progetto. Sembra nato per fare l’attore. Nonostante la sua giovanissima età ha le idee molto chiare. Da grande vuole fare il regista. Noi oggi lo abbiamo intervistato per chiedergli qualcosina…

    Ciao Tommaso come è stato lavorare su un set?
    Emozionante e divertente“.

    Intendi dunque proseguire?
    Sì. Poi quando sarò nell’età giusta farò il regista“.

    Eri il più piccolo del set, vero?
    Sì, sono stato super coccolato da tutti in particolar modo dal regista Massimo Paolucci“.

    Ti piace l’idea di diventare famoso?
    Sì. Ma ancora sono piccolo magari quando sarò più grande“.

    Quando non sei sul set cosa ami fare?
    Giocare con i miei amici ai video games“.

    Avete già fatto l’albero ed il presepe. Cosa hai chiesto a Babbo Natale?
    Un po’ di regali, spero che mi porterà tutto“.

    Cosa ami del periodo natalizio?
    Gli addobbi, le luci e le vacanze“.

     

    Valentina Riposati si racconta su Star3000

    Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi di “Star3000”, oggi, la poetessa e scrittrice Valentina Riposati.

    Ilaria – Come è nata la tua voglia di scrivere?
    Qual è stato il tuo percorso per arrivare a fare ciò che ami?
    Valentina – Ho sempre amato scrivere, fin da bambina, è da sempre una mia passione. Da circa un anno, però, questa passione ha preso sempre maggiore posto nella mia vita e scrivo sempre di più, soprattutto poesie, ma anche racconti brevi , favolette, insomma un po’ di tutto quando mi sento ispirata. Non credo di essere arrivata a fare ciò che amo totalmente, ma ce la sto mettendo tutto, mi impegno insomma.

    Ilaria – A chi dedichi le tue poesie, i tuoi racconti e romanzi?
    Valentina – A tutti coloro che guardandosi dentro riescono ad osservare meglio ciò che c’è fuori.

    Ilaria – A chi ti ispiri? Quali sono i libri che ti hanno formato?
    Valentina – La poesia contemporanea è molto attiva e interessante, amo leggere e quindi leggo molto e molti poeti e poetesse differenti e attuali. Alda Merini è una delle mie poetesse preferite. Da ragazza, ho amato molto “ Il barone rampante” e devo dire che sono un fan sfegatata di Italo Calvino di cui ho letto tutto ed amato soprattutto i libri fantastici “Il cavaliere inesistente” e “Il visconte dimezzato. Da donna adulta ho poi riletto con piacere “La metamorfosi “ di Kafka anche questo una pietra miliare , secondo me, della narrativa mondiale.

    Ilaria – Qual è il complimento da parte di un lettore che ti ha reso più felice?
    Valentina – Complimenti non mi vengono in mente, ma un’amica mentre le leggevo una mia poesia si è commossa molto e questo significa che le mie parole sono arrivate dove volevo, l’hanno emozionata e questo è più importante di tutti i complimenti del mondo.

    Ilaria – Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
    Valentina – Impressionismo francese, mi piace vincere facile, diciamo.

    Ilaria – Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
    Valentina – Le mie origini sono sempre con me, la mia famiglia, i miei genitori e i valori che mi hanno tramandato anche e soprattutto la semplicità delle piccole cose. Ok ad un cuore antico, quindi, per il futuro, ma anche una mentalità moderna ed innovativa.

    Ilaria – Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
    Valentina – Non riesco ad immaginare il futuro, si spera sempre sia migliore, ma è un concetto personale che a volte non si rispecchia con la reale situazione globale. Spero ci sia un’attenzione maggiore alla cultura, all’arte e in generale , ad una formazione dei nostri ragazzi attenta e approfondita, ma sono temi giganti , impossibili da definire in poche parole.

    Ilaria – Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
    Valentina – Vorrei emozionare , solo questo.

    Ilaria – Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere… ovvero concludiamo con la domanda a piacere: Valentina chiede, Valentina risponde… Quale è la poesia da te scritta finora che più ti rappresenta? E perché?
    Valentina – Non sarà la più bella , ma quella che rispecchia come sono e come vorrei che gli altri mi vedessero e ci si ritrovassero un po’ anche loro:

    “La leggerezza”

    Mi avvicinavo alla vita con leggerezza

    non esigendo di più

    Rimboccavo le maniche della pazienza

    E mi muovevo con leggiadria

    Per non dover trovarmi a pesare

    Con bilance destinate

    carichi di dolori

    Sarebbe tutto più onesto

    Ruotare e girovagare

    Senza per questo

    Apparire ingombranti

    Mi avvicinavo alla coscienza di me

    Con la leggerezza del sentirmi

    Anche poco importante

    Valeva

     

     

    Libera da veli

    Comunicato stampa

    In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 Novembre 2022 alle ore 17,00, presso Palazzo di Città Sala Consiliare – Corso Umberto, Bagheria (PA) avrà luogo “Libera da veli”. Tanti gli ospiti illustri che vi prenderanno parte. L’introduzione sarà moderata dall’Avv. Rosa Maria Sciortino.

    Conferenza: “Libera da Veli” COMUNE DI BAGHERIA BAGHERIA, 25 NOVEMBRE 2022 – ORE 17,00 PALAZZO DI CITTÀ SALA CONSILIARE – CORSO UMBERTO.

    Saluti:
    Maria Filippo Tripoli Sindaco di Bagheria;
    Daniele Vella Vice Sindaco;
    Gianfranco Garau Presidente 5RWDU\Club Bagheria;
    Tommaso Puccio Presidente Rotary Palermo Mondello;
    Domenico Presidente Rotary Corleone Fidapa Lions Inner: KHHO.

    Interventi:
    Dott. Andrea Giostra Psicologo e criminologo;
    Martino Grasso Giornalista La Voce di Bagheria Intervista un testimone;
    Domenico Barone Ispettore di polizia – Criminologo:
    Cinzia Denaro Monologo: “ Fiore di Campo senza scampo” di Adele Musso:
    Dott.ssa Sonia Tinti Barraja Psicologa-Psicoterapeuta;
    Dott.ssa Marianna Cirone Responsabile centro anti violenza “Cassiopea”.

    Introduce e modera: Avv. Rosa Maria Sciortino.

    L’Immagine della locandina è stata realizzata da Adele Musso.

    Grande successo per la 1°Edizione di CORTISSIMI

    Comunicato Stampa

    CORTISSIMI Anzio Cinema Astoria 18 Novembre 2022

    Grande successo per la 1°Edizione di CORTISSIMI realizzata dall’Associazione Liberi Eventi con il Patrocinio del Premio Internazionale Vincenzo Crocitti.

    C’era grandissima attesa per la Prima Edizione di CORTISSIMI, rassegna cinematografica dedicata ai Cortometraggi, andata in scena ad Anzio sul Grande Schermo del Cinema Astoria, e la serata ha consegnato infatti un momento magico di cinema, ricco di significati forti ed emozionanti. La rassegna, realizzata dall’Associazione ASD-APS LIBERI EVENTI, presieduta dallo scrittore e aforista di Nettuno Michele CIOFFI in collaborazione con Valentina GEMELLI, Simona RETROSI e Francesco RIZZI e con il Patrocinio unico ed esclusivo del Premio Internazionale Vincenzo Crocitti per tramite del suo Direttore e Autore Francesco FIUMARELLA, ha registrato una grandissima partecipazione di pubblico, il quale in modo attento e incuriosito ha assistito alla proiezione di ben 6 Cortometraggi, ANTI, SOLO 4 ORE, BLACKOUT, THE LIBRARY, IL PRIVILEGIO DELL’ULTIMA ONDA E 1920-DUE CUORI E UN CHEWING-GUM ognuno con la propria storia da raccontare, le proprie personali emozioni da trasferire.

    Successivamente alla visione di ogni corto la brava Sara COLONNELLI, presentatrice della serata, ha poi carpito le sensazioni dei cast invitati sul palco davanti ad un’attentissima giuria tecnica presieduta dalla sceneggiatrice, autrice ed attrice Eleonora BALIANI, composta dal Direttore e Autore del Premio Internazionale Vincenzo Crocitti Francesco FIUMARELLA, dall’ufficio stampa Gianluca CROCE, dal compositore e musicista Massimiliano SPURIO, dalla Direttrice della rivista PINK MAGAZINE Cinzia GIORGIO, dall’attrice Valentina CHIARENZA e dalla Direttrice della rivista MIO e della rivista ACQUA e SAPONE Silvia SANTORI.


    La Giuria, al termine della serata, ha declamato una propria critica cinematografica confluita in una menzione d’onore per ogni corto.
    Attori, registi e produzioni provenienti da tutta Italia, il tutto con una Madrina d’Onore d’eccezione, Catia FRANCHI dell’atelier di Moda di Elisabetta FRANCHI, e ospiti d’onore della serata l’Amministratore di OPERA EDIZIONI Società di Arte e Cultura Pietro TOMASSINI e la Referente Organizzativa degli spettacoli dello scrittore Michele CIOFFI per l’Emilia ROMAGNA, Sonia DUTHEL.

    Un ringraziamento speciale al Servizio di Sicurezza PRINCIPE SERVICE DR SECURITY di Antonio DI RUOCCO che ha garantito la sicurezza dell’evento.
    Un ulteriore e sentito grazie a tutti gli sponsor locali che hanno voluto essere presenti in una serata così importante: Il Chiosco bar “La Pecora Nera” di Gildo ARMILLEI, il Caffè Tomeucci, l’Agenzia “JL Immobiliare” di Jacopo POCCI, la lavanderia “L’Oasi del Pulito”, la Pasticceria “Esposito”, il forno “Papa” l’autofficina “Mc Motors” e le strutture alberghiere “La Riviera” di Anzio, “Le stanze del Borgo” e “Borgo your luxury suites” di Nettuno. Brindisi finale graditissimo offerto dalla Azienda Vinicola Casa della Divina Provvidenza, alla quale va un affettuoso ringraziamento.

    “Gli obiettivi della serata erano fondamentalmente due, riportare tantissime persone in presenza al Cinema e farlo attraverso la proiezione di autentiche perle cinematografiche rappresentate appunto da 6 bellissimi Cortometraggi. Credo davvero che tutto questo sia avvenuto nel migliori dei modi”.
    Così un emozionato Michele CIOFFI a fine serata.

    GALLERIA FOTOGRAFICA

    “ED È GOL. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul” il Libro di Giuseppe Malaspina & Antonino Palumbo.

    Articolo a cura della giornalista pubblicista e blogger Ilaria Solazzo.

    A Natale un libro è sempre una buona idea e per ogni tipo di lettore esiste il libro perfetto. Trovalo su Urbone Publishing – Storie di Calcio e di Sport

    “Urbone Publishing” nasce in Italia grazie al progetto e all’idea di Gianluca Iuorio. La carriera di questa casa editrice inizia con la pubblicazione di alcuni testi sportivi. L’esperienza editoriale di G. Iuorio nasce nel segno della resistenza e della libertà di espressione. Ha dimostrato una grande capacità nell’individuare casi internazionali di successo. Attualmente ha diversi titoli di punta. Oggi come oggi, l’editore si caratterizza per una grande e minuziosa ricerca qualitativa (che mai cede al richiamo delle sirene commerciali), contando nelle proprie fila nomi del calibro di Sergio Taccone, Alessandro Ruta, Massimiliano Castellani… solo per citarne alcuni. Ha ha l’obiettivo di esplorare letterature sportive e non originali con tutta l’immensa ricchezza che custodiscono. Gli ambiti di interesse sono vastissimi e coinvolgono anche ambiti come i viaggi, le città, i temi contemporanei della società. Oggi esplora aree più vaste e esporta ottima letteratura italiana all’estero.

    Urbone Publishing è una casa editrice pronta a pubblicare quanto di meglio si scrive nel mondo, ma spesso è ignorata da chi in questo campo ha più forza e ricchezza. Oggi la letteratura di ogni genere, la saggistica e le opere specialistiche viaggiano tutte sul Web. Il lettore è spesso occupato a navigare e trova più comodo e allettante avere a disposizione i libri, conciliando il desiderio di ognuno di spaziare nella rete con l’esigenza di aggiornarsi e leggere offriamo questa grande opportunità e la garanzia che la qualità degli scritti sarà di sicura eccellenza.

    Sito ufficiale della casa editrice

    Urbone Publishing – Storie di Calcio e di Sport

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    UN BELLISSIMO LIBRO TRA LE NUOVE USCITE…

    “ED È GOL. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul” di Giuseppe Malaspina & Antonino Palumbo.

    Ed è gol è un saggio semiserio che si sofferma sul linguaggio di Bruno Pizzul, uno dei più popolari giornalisti televisivi italiani a cavallo fra gli anni Ottanta e Duemila. Sullo sfondo, c’è il racconto in presa diretta del telecronista, che non può permettersi le divagazioni concesse a chi scrive. E proprio in quella dimensione, dove il tempo costringe ad accordare preparazione e improvvisazione, la lettura delle azioni in corso di svolgimento dà vita a una telecronaca. I due autori articolano il proprio lavoro attraverso una successione cronologica di partite, delle quali Pizzul è stato la voce narrante. Il proposito è di fare emergere la forza comunicativa di un sostantivo, di un avverbio, di un’interiezione. Undici sono i capitoli relativi a partite disputate da squadre di club italiane. Altri undici riguardano sfide della Nazionale. A completare il testo, arricchito dalla prefazione del giornalista Furio Zara, un’intervista inedita a Bruno Pizzul e due capitoli scritti in chiave più personale, intorno alla figura dello storico telecronista. Dal potere magnetico di riunire persone diverse davanti a un televisore, fino alla capacità di scandire come un metronomo le stagioni della vita che passano, semplicemente narrando un gioco.

    Dove poter acquistare il libro online

    Ed è gol. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul – Giuseppe Malaspina, Antonino Palumbo – Libro – Mondadori Store

    Ed è gol. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul – Giuseppe Malaspina – Antonino Palumbo – – Libro – Gianluca Iuorio Urbone Publishing – | laFeltrinelli

    Ed è gol. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul – Giuseppe Malaspina – Antonino Palumbo – – Libro – Gianluca Iuorio Urbone Publishing – | IBS

    Descrizione del libro

    Ed è gol è un saggio semiserio che si sofferma sul linguaggio di Bruno Pizzul, uno dei più popolari giornalisti televisivi italiani a cavallo fra gli anni Ottanta e Duemila. Sullo sfondo, c’è il racconto in presa diretta del telecronista, che non può permettersi le divagazioni concesse a chi scrive. E proprio in quella dimensione, dove il tempo costringe ad accordare preparazione e improvvisazione, la lettura delle azioni in corso di svolgimento dà vita a una telecronaca. I due autori articolano il proprio lavoro attraverso una successione cronologica di partite, delle quali Pizzul è stato la voce narrante. Il proposito è di fare emergere la forza comunicativa di un sostantivo, di un avverbio, di un’interiezione. Undici sono i capitoli relativi a partite disputate da squadre di club italiane. Altri undici riguardano sfide della Nazionale. A completare il testo, arricchito dalla prefazione del giornalista Furio Zara, un’intervista inedita a Bruno Pizzul e due capitoli scritti in chiave più personale, intorno alla figura dello storico telecronista.

    Icona. Unico il suo tono di voce, il ritmo con il quale ha raccontato il suo amato calcio. Simbolo e riferimento del nostro giornalismo sportivo. Con lui abbiamo gioito e pianto, insieme, dietro ad un pallone. Mentre l’Italia, il Paese, cambiava volto, Pizzul è stato sempre un riferimento fisso.

    “IL CALCIO ANNI ´70. Primo volume 1969-1974” di Massimo Prati.

    Nella mia attività di autore e ricercatore mi piace variare a livello di tematiche e di campi di indagine. Per la casa editrice Mimesis ho scritto “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, un libro sul periodo di Oliver Cromwell che consiglio a tutti gli appassionati di Storia Sociale e di Storia del Movimento Operaio. Con Urbone Publishing ho pubblicato, tra i vari lavori, “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, un romanzo incentrato sulla figura di un portuale genovese, volontario libertario nella Rivoluzione Spagnola del 1936. Con l’editrice Fanalex Publishing, della scuola Supercomm di Ginevra, ho anche lavorato, in qualità di coautore e di editor, all’uscita di due libri sulla didattica dell’italiano a stranieri.

    Ma, le tematiche calcistiche mi hanno sempre interessato. Dopo avere partecipato, nel 2004, ad un lavoro collettivo della Fratelli Frilli Editori, “Sotto il Segno del Grifone “, tra il 2017 e il 2020 ho pubblicato due edizioni de “I Racconti del Grifo” (Nuova Editrice Genovese 2017,  Urbone Publishing 2020), un testo che parla della storia del Genoa e della città e “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, un libro che si concentra sul rapporto tra football italico e calciatori elvetici nel periodo che va dal 1887 al 1915, con particolare attenzione ai club di Milano, Genova, Torino e alla Nazionale Italiana.

    Ora, esco con un nuovo lavoro a tema calcistico: il calcio degli anni Settanta. Inizialmente, pensavo di scrivere un volume unico su questo argomento. Ma dopo tre anni di studio, da un lato mi sono accorto che avevo coperto solo il periodo 1969-1974, dall’altro mi sono reso conto che avevo però ampio materiale per la pubblicazione di un primo testo. Per questo motivo, ho deciso di uscire con un primo volume che copre appunto il periodo 1969-1974. In esso, per ogni singolo anno, si parla del Campionato di Serie A, della Coppa Italia, della Coppa dei Campioni, della Coppa delle Coppe, della Coppa Uefa (a partire dal ’72), della Coppa Libertadores,  della Coppa Intercontinentale e delle varie assegnazioni del Pallone d’Oro. Sono trattati anche i Mondiali del ’70, quelli del ’74 e gli Europei del ’72, più una serie di profili biografici di calciatori o allenatori italiani e stranieri (Armando Picchi, José Sanfilippo e altri ancora). Per me parlare di calcio senza parlare di Genoa è impossibile, per cui ho dedicato alcune pagine a Mario Da Pozzo, a Franco Viviani, ad Arturo Silvestri, a Gigi Simoni e a Roberto Pruzzo.

    Le partite sono ricostruite con rigore storico, sulla base di uno studio approfondito della carta stampata e del materiale visivo, ma il tutto è  interpretato e raccontato con lo sguardo del semplice tifoso, senza alcuna ambizione di analisi tecnica, non essendo io un professionista del calcio giocato o un giornalista sportivo. Però, la narrazione è arricchita e resa originale da un approccio che ormai ho sviluppato e consolidato negli anni. Un approccio che mi porta ad intrecciare le vicende calcistiche con la storia sociale. Ed è per questo che parlando di Cruijff o di George Best, ripercorro gli anni della fine del franchismo o del conflitto nordirlandese e ricostruendo alcune partite degli Azzurri, del 1970 e del 1972, rievoco l’esperienza di vita degli emigrati italiani, in Svizzera e in Belgio, nella prima metà degli anni Settanta. Per lo stesso motivo, i capitoli di ogni singolo anno sono preceduti da una sezione di inquadramento storico in cui sono sinteticamente riassunti i più importanti avvenimenti da un punto di vista storico, politico, sportivo, cinematografico, musicale e letterario.

    Note sull’autore del libro:

    Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Etudes Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature).Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come formatore in un centro specializzato nell’insegnamento delle lingue agli adulti, l’Istituto Supercomm di Ginevra, e come insegnante in una scuola inglese del Canton di Vaud, l’Aiglon College di Chesières-Villars sur Ollon.

    Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004; “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017; “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020; seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova” Urbone Publishing, 2020; coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021; “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021.

    Ha scritto anche numerosi articoli, di carattere sportivo, storico, sociale o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “PianetaGenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

    Ancora indecisi su cosa regalare all’amico, allo zio, al collega? Scegliete una buona lettura, perché i libri hanno sempre un valore aggiunto.

    “Ed è Gol – Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul”, il libro scritto a quattro mani da due giornalisti professionisti, il calabrese Giuseppe Malaspina e il lucano Antonino Palumbo, che si sono uniti per esplorare e raccontare “la forza comunicativa di sostantivi, avverbi e interiezioni del popolare giornalista friulano, voce narrante del calcio italiano” vi è la magia di un uomo che ha contribuito a rendere il calcio italiano una leggenda mondiale.

    Il racconto si snoda attraverso 22 telecronache delle partite commentate in tv da Pizzul, equamente divise tra gare di club e gare della Nazionale, in un viaggio che va dalla finale della Coppa dei Campioni all’Olimpico tra Roma e Liverpool nel 1984 ai Mondiali di calcio del 2002. Ed ogni capitolo ha per titolo una parola o un’espressione usate da Pizzul in diretta televisiva.

    La prefazione è del giornalista Furio Zara e nel libro è compresa un’intervista inedita e due capitoli in chiave più personale, dedicati allo storico telecronista, del quale Malaspina e Palumbo esaltano “il potere magnetico di riunire persone diverse davanti a un televisore, fino alla capacità di scandire le stagioni della vita, semplicemente narrando un gioco”. “Nel silenzio dei tifosi azzurri che assistono a quel quarto di finale nel 1998, c’è quasi il desiderio di spingere il pallone in rete con la forza del pensiero. Quando Pizzul esclama ‘Palla fuori di un niente’, gli spettatori italiani, inchiodati davanti all’azione, vorrebbero che la sua voce mutasse il corso degli eventi”, hanno scritto gli autori .  “Ed è gol – Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul” (Urbone Publishing, 235 pp., prezzo 16 euro) è disponibile in tutte le librerie on line (Amazon, IBS, Mondadori, Feltrinelli) e ordinabile in tutte le librerie.

    ED È GOL. Viaggio nelle telecronache di Bruno Pizzul – Urbone Publishing

    Se non sapete ancora cosa mettere sotto l’albero di amici e parenti, piuttosto che spendere soldi in inutili oggetti che verranno riciclati o dimenticati in cantina, perché dunque non regalare un libro a Natale? I motivi per fare questo dono sono molteplici e noi ve li segnaliamo!

    1. È pensato
      Regalare un libro a Natale significa fare un dono personalizzato e ragionato; quando entrerete in libreria sarete costretti a pensare alla persona che lo riceverà, ai suoi gusti ed interessi. E chi lo scarterà avrà piacere nell’accorgersi che non si tratta di un regalo qualunque.
    2. È una forma di amore
      Se saprete individuare il genere di libro adatto al destinatario gli regalerete non solo una piacevole compagnia ma anche del tempo per sé: la lettura richiede di ritagliarsi dei momenti privati, per estraniarsi dal caos e dallo stress quotidiano.
    3. Stimola intelligenza e fantasia
      Un libro, di qualunque genere esso sia, aiuta le persone a sviluppare un senso critico, insegna l’italiano, fa riflettere e consente al lettore di immergersi in un mondo fantastico dove ci si può immedesimare e talvolta trovare la soluzione ai propri dubbi.
    4. È terapeutico
      Regalare un libro per Natale è un po’ come donare una seduta di autoterapia; i racconti possono curare le ferite, alleviare l’ansia, dare strumenti per superare alcuni traumi. La biblioterapia rappresenta un valido metodo di crescita personale, di acquisizione di conoscenze e di consapevolezza nei momenti di disagio psicologico.
    5. È empatico
      Quando regaliamo un libro che magari noi abbiamo già letto e che ci è piaciuto, è come se tramandassimo qualcosa, come se volessimo condividere con la persona a cui vogliamo bene emozioni e sensazioni. È un modo per entrare in empatia e sintonia con gli altri, donando una piccola parte di noi.
    6. Rimane nel tempo
      Se regalerete un libro a Natale ricordate che molto probabilmente entrerà nella casa di chi lo ha ricevuto, verrà sistemato nella libreria dopo essere stato letto e in ogni momento potrà essere rispolverato. Mi raccomando di non dimenticare una dedica personalizzata da scrivere nelle prime pagine bianche; in questo modo anche dopo molti anni chi lo aprirà sorriderà pensando a voi.
    7. Non passa di moda
      Un libro, le sue pagine di carta che nel tempo prendono un odore di vissuto e si colorano di giallo, non passerà mai di moda; in qualunque epoca e momento potrà essere riletto regalando ogni volta sensazioni nuove e diversi spunti di riflessione! Inoltre è un dono adatto ad ogni età: ai bambini stimola la voglia di leggere ai grandi dona attimi di serenità.

    Urbone Publishing

    SEDE: Via Monacacchio 36, 83053 S.Andrea di Conza (Avellino)

    P.IVA 03003500646

     

    Simone Iodice… il gossipparo di All Music!

    SIMONE IODICE É UN NOTO DESIGNER, SPEAKER E CONDUTTORE RADIOFONICO ITALIANO… FONDATORE DEL BRAND LUXURY SEVERE GUSTS ITALY. SIMONE PRODUCE BORSE IN PELLE DI AGNELLO PURO AL NATURALE. IODICE EX UFFICIALE DELLA MARINA ITALIANA, HA FONDATO IL SUO BRAND NEL 2011. IL BRAND OFFRE LA POSSIBILITA’ DI PERSONALIZZARE LE BORSE IN PELLE.

    Simone Iodice conosciuto dallo Star System come Severe è un noto inviato di “Fashion Gossip Vip” che grazie ai suoi video divertenti con molti personaggi famosi del calibro di Lello Arena, Lele Mora, Francesca Cipriani, Natalia Bush, Maria Guerriero e molti altri… ha conquistato il mondo di Tik Tok, di Instagram e di Facebook!

    È stato notato ovviamente da una radio famosa che lo ha voluto nel suo team. Simone ha fatto l’inviato per passione e il presentatore di automobili come lavoro in una nota concessionaria dove si divertiva a girare video divertenti mettendo tutta la sua dedizione anche qui. A lui che il mondo stellato è sempre piaciuto fin da giovane e che involontariamente ne è entrato a far parte con la sua simpatia campana la dea bendata ha spalancato le porte.

    All Music Digital Radio è una web radio molto conosciuta nel Sud Italia e non solo! con un vasto palinsesto radiofonico. Simone conduce un programma dal nome “All Music Vip”, un programma dedicato prettamente alle persone importanti, ovvero ai VIP ed al gossip. Simone con la sua simpatia e genialità instaura con il pubblico un rapporto speciale facendo interviste e scherzi a personaggi famosi, il tutto accompagnato da tanta buona musica.

    Conosciamolo meglio attraverso una “frizzante” intervista.

    Intervista

    Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e scrittrice, ha intervistato l’artista Simone Iodice.

    Ilaria – Benvenuto carissimo Simone su “Star3000”. Un onore averti finalmente nostro ospite. Iniziamo la nostra chiacchierata con una primissima domanda. Quando hai sentito la “vocazione” per il mondo artistico?
    Simone – La “chiamata” è sempre stata viva in me… io le ho solo permesso di manifestarsi concretamente.

    Ilaria – Quale aggettivo senti ti rappresenta al meglio?
    Simone – Un solo aggettivo non fa per me. Sono allegro e gioviale, istintivo ma riflessivo all’occorrenza, loquace, ma altamente professionale.

    Ilaria – Sei una persona più di cuore o di testa?
    Simone – Dare tutto per gli altri è un’azione molto nobile, ma non bisogna mai dimenticarsi che può finire per svuotarvi del tutto. Ci vuole equilibrio e saggezza. Io sono entrambi a seconda della circostanza.

    Ilaria – Da dove prendi ispirazione per i tuoi lavori a 360gradi?
    Simone – L’ispirazione per me può venire da tutto. Qualsiasi cosa mi trovo davanti durante il giorno mi regala nuove idee. Alcune le elaboro subito, altre le immagazzino.
    Sicuramente viaggiare è al primo posto. Vedere nuovi luoghi, scoprire culture è la cosa migliore per cercare ispirazione. Non c’è mai stato un viaggio che non mi abbia dato indietro qualcosa.

    Ilaria – Pur essendo una persona che ama viaggiare sembri molto legato alla tua città natale, Ischia. Che rapporto hai con la tua regione?
    Simone – Potrei stare un mese in giro per l’America, ma poi sentirei la necessità di tornarvi almeno per due settimane. Della Campania cambierei tante cose. Sicuramente è una terra dove, almeno io, ogni tanto mi sento “soffocare”. È la regione più bella del mondo sotto alcuni punti di vista, parlo sul serio, e sarebbe bello se lo fosse anche per molti altri motivi.

    Ilaria – Quale città tra quelle in cui ancora non sei stato ti piacerebbe visitare? E perché?
    Simone – La lista è ancora lunga. Forse ci vorrebbero tre vite per vedere tutte le città che ho nella mia testa. Sicuramente vorrei continuare a visitare la Francia, soprattutto conoscere meglio il Giappone. Però credo che, appena sarà possibile, andrò in California ed a Miami. Questi due luoghi sono un chiodo fisso da qualche anno e penso siano “tappe fondamentali”.

    Ilaria – Che rapporto hai con i social network? Sempre più spesso la tua identità viaggia sulla rete. Tu cosa ne pensi? Che idea ti sei fatto?
    Simone – Amo i social network! Credo che chiunque, e ti parlo solo del mondo “artistico”, non usi i social ai giorni d’oggi, sbagli. Esistono varie modalità di utilizzo e, se si sceglie quella corretta, possono essere un mezzo potentissimo. Restando nel mio mondo, non sopporto quelli che si definisco “star da Instagram”. Diecimila, ventimila o cinquantamila follower, ma poi per strada il nulla. Sto parlando di svip. Credo che i social dovrebbero essere un plus ed un supporto a quello che è la produzione di ogni artista. Io la vedo così.

    Ilaria – Chi sono gli artisti con cui hai effettuato una sinergia positiva?
    Simone – Lello Arena, Selvaggia Lucarelli, Domenico Auriemma… Ma la lista è interminabile.

    Ilaria – Hai un sogno nel cassetto?
    Simone – Certo, come tutti. Ma per ora resterà top secret.

    Ilaria – C’è qualche cosa che vorresti raccontarci, ma che nessuno ti ha mai chiesto?
    Simone – Un giorno mi piacerebbe parlare dei miei viaggi in giro per il mondo e delle mie esperienze personali. Senza essere considerato “fico” perché sono famoso in radio ed in TV. Vorrei che le persone capissero, attraverso i miei racconti, quanto viaggiare possa arricchire e regalare esperienze uniche. Credo che ne uscirebbe qualcosa d’interessante.

    Ilaria – Il coefficiente di un artista, dal tuo punto di vista, come lo si può valutare?
    Simone – Cosa c’è di più spontaneo del fascino naturale che esercita su di noi un personaggio famoso? Perché alcuni vip, seppure di una bellezza estrema, ci lasciano pressoché indifferenti mentre altri hanno il potere magnetico di catturare la nostra attenzione e scatenare una reazione profonda sui nostri sensi? Alcuni Artisti sembrano entrare perfettamente in risonanza con la lingua del nostro inconscio. L’arte parla alle nostre parti più irrazionali e profonde, spesso mettendoci in connessione con zone di noi stessi che per primi non conoscevamo. È possibile quindi scoprire molto dei nostri istinti più spontanei, e magari nascosti, in base a dove si orienta il nostro occhio istintivamente. Quale di questi Artisti ci fa sentire “a casa” e interpreta meglio il nostro sentire emotivo? In base alla risposta sarà possibile scoprire qualcosa in più della nostra personalità. Spero di essere stato chiaro ed enigmatico al tempo stesso.

    Ilaria – Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
    Simone – Regalerei la serenità perché chi è sereno non rompe a nessuno (ride).

    Filippo Velardi interpreta Bernardino da Polenta

    Ilaria Solazzo, giornalista e scrittrice, ha intervistato oggi per voi di “Star3000”, l’attore Filippo Velardi che potete vedere in questi giorni al cinema nel Dante di Pupi Avati, interpretando Bernardino da Polenta.

    Ilaria – Finalmente al cinema, nelle sale cinematografiche italiane, il film Dante: quali emozioni hai provato quando hai saputo che saresti stato diretto nuovamente dal Maestro Pupi Avati?
    Filippo – Quando ricevetti la chiamata nella quale mi si annunciava il mio personaggio ho provato una gioia immensa, perché sapere di contribuire ad un film del genere, oltre che essere una soddisfazione, e anche una grande responsabilità.

    Ilaria – Cosa rappresenta per te Pupi Avati?
    Filippo – L’inizio di un cambiamento umano e artistico; un cambio di volta. Devo a lui il mio debutto sul grande schermo. È un regista galante, eccellente e padre sensibile…solo i grandi registi sanno essere umani nonostante gli innumerevoli successi.

    Fotografia realizzata da Francesca Teora

    Ilaria – Durante le riprese vi è un aneddoto che ricordi con particolare riguardo?
    Filippo – Sì. Dovevo interpretare il mio personaggio, Bernardino da Polenta, caricandolo di emozione. Temevo di sbagliare qualcosa, di deludere Pupi. Lui avendo colto il mio stato d’animo mi si accostò porgendomi una dolce carezza sulla guancia, e sorridendomi mi disse:” Adesso la farai…”. Quelle sue parole non le potrò mai dimenticare, mi rasserenarono. Da credente in Dio quale sono, probabilmente da lassù si sono serviti del maestro Avati per farmi sapere che facevano tutti il tifo per me.

    Ilaria – Un cast stellare. Un grande privilegio farne parte, vero?
    Filippo – Assolutamente sì. Alessandro Sperduti, Sergio Castellitto, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Nico Toffoli, Gianni Cavina, Leopoldo Mastelloni, Ludovica Pedetta, Romano Reggiani, Carlotta Gamba, Paolo Graziosi, Mariano Rigillo, Patrizio Pelizzi, Valeria D’Obici, Giulio Pizzirani, Erica Blanc, Morena Gentile, Milena Vukotic e Antonella Ferrari. È stato per me un onore lavorare con questi attori meravigliosi e di grande caratura.

    Fotografia scattata da Sara Gautier.

    Ilaria – La pellicola, ispirata al libro di Giovanni Boccaccio, o sbaglio?
    Filippo – Sì, esatto, al Trattatello in laude di Dante. Narra la vita del poeta Dante Alighieri raccontata dallo stesso Boccaccio: al soggetto del film è ispirato il romanzo di Avati L’alta Fantasia, il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante.

    Ilaria – Puoi brevemente riportarci la trama?
    Filippo – Giovanni Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così in una serie di flashback la vita del sommo poeta da quando, bambino, aveva perso la madre, fin all’incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l’amicizia con Guido Cavalcanti, l’impegno politico e l’esilio. Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all’incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.

    Fotografia realizzata da Francesca Teora

    Ilaria – Straordinaria anche la colonna sonora del film. Non trovi?
    Filippo – Le musiche del film sono state composte da Lucio Gregoretti e Rocco De Rosa, il brano “Danza delle sorelle” è composto da Francesco Oliviero.

    Ilaria – Ti sei visto al cinema?
    Filippo – Il 16 giugno 2022 all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma si è tenuta la première della pellicola alla quale non potetti presenziare poiché impegnato su un altro set. Oltre a Pupi Avati e al fratello, il produttore Antonio Avati, era presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Io li raggiunsi solo sul finale per un abbraccio. Ho potuto vedere me stesso solo ieri in una sala cinematografica italiana sita in Toscana, la terra dell’amato Dante.

    Fotografia scattata da Sara Gautier.

    Ilaria – Progetti futuri?
    Filippo – Mi vedrete agli inizi del 2023 su due nuove fiction Rai.

    Ilaria- A chi senti di dover dire grazie in questo momento?
    Filippo – A Dio in primis e poi a Pupi per la grande occasione offertami. Il monologo a cui ho dato voce, interpretando Bernardino da Polenta, fratello di Francesca da Rimini, ha emozionato grandi e piccoli. Sto ricevendo attestazioni di grande affetto… Mi sento soddisfatto, e in continua crescita professionale. Per me iniziare un nuovo set è come se fosse sempre la prima volta. Come il primo appuntamento con una donna.

    Fotografia realizzata da Francesca Teora

    Aldo Ferraro Orafo… una star a 3000 battiti!

    Artigiano Maestro Orafo, Aldo Ferraro, è sinonimo di garanzia, qualità, eleganza, bellezza e stile.

    La sua gioielleria, situata nel suggestivo centro storico di Brancaleone, in Calabria offre alla sua clientela un’esperienza indimenticabile grazie ad eleganti creazioni orafe create dall’ingegno ed inventiva del titolare Aldo, al fascino distintivo, ricercato e riconoscibile della più raffinata gioielleria.

    L’amore per l’arte lo ha portato nel mondo del restauro con alti riconoscimenti, come quelli della Sovrintendenza dei Beni Artistici e Storici, che gli ha affidato i restauri delle sue opere per riportarle all’antico splendore.

    I gioielli di Aldo Ferraro sono creazioni di gioielleria artigianale, nate dall’amore per l’arte orafa e dalla ricerca per la gioielleria più raffinata, dallo stile distintivo.

    Ogni pezzo è il risultato di gusto e sensibilità italiane e la lavorazione di ogni singola creazione parte dalla scelta di materiali preziosi e di pietre selezionate.

    Indossare un suo gioiello diventa una esperienza indimenticabile. Ogni creazione è un pezzo unico, non replicabile.

    Preziosi realizzati con la passione e l’esperienza maturata dal Maestro nel suo laboratorio attivo da circa 40 anni.

    Tutti i Gioielli di Aldo Ferraro Orafo sono creati a mano artigianalmente dal Maestro, e personalizzati in base alle richieste. Anelli uomo, orecchini uomo, collane uomo, ciondoli uomo, collier uomo, bracciali uomo, bracciali tennis uomo… Pezzi unici forgiati con passione ed esperienza.

    La missione di Aldo è aiutare ogni persona a raccontare al meglio la propria storia, scegliendo un gioiello che la rappresenti, che esprima appartenenza e che viva attraverso il tempo. La sua visione è costruire una rete di valore attraverso le persone. Il Maestro crede nel valore di ogni persona così come in quello di ogni storia. E nel farlo, desideriamo essere inclusivi.

    Crede che un gioiello sia funzionale ad esprimere appartenenza ad un momento, ad un luogo, ad una community perchè l’appartenenza è una forma d’identità.

    Crede che la condivisione sia il vero collante, ciò che crea una relazione tra le storie e le persone, facendole vivere nel tempo.

    Crede che l’unicità sia un elemento di unione. Così le sue creazioni: parlano del suo essere unico facendoci sentire parte del mondo.

    Aldo Ferraro continua a guardare al futuro con curiosità e desiderio di innovazione.

    “Il valore nasce dalla condivisione di un ricordo custodito nel tempo”.

    “Nell’epoca della massificazione e della standardizzazione, i nostri artigiani orafi devono avere il coraggio e l’orgoglio di andare contro corrente puntando tutto sulla individualità, sulla originalità, sulla qualità. Solo così l’Italia, può vincere nel tempo del mercato globale” Aldo Ferraro Orafo.

     

    Il sito ufficiale è https://aldoferraroorafo.it/

    HomePage

    Articolo scritto da Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger.

    Lanti omaggia la Carrà con uno spettacolo unico

    A GRANDE RICHIESTA TORNA LA REPLICA DELLO SPETTACOLO DEDICATO A RAFFAELLA CARRA’

    In foto M. Lanti

    Si terrà a Montorio al Vomano, la replica del più grande e emozionante omaggio dedicato alla più grande, Raffaella Carrà. 
Interverranno con una testimonianza:
SERGIO JAPINO (regista e coreografo)
SALVO GUERCIO (autore Rai)
CRISTIANO MALGIOGLIO (autore musicale)
ANGELO PERRONE (Press Agent Raffaella)
MARINETTA SAGLIO ( fotografa ufficiale Raffaella) GIANNI BELFIORE (Autore musicale)
Uno Spettacolo che affronterà in balletto tutto il percorso artistico di questa grande icona, con anche coreografie di spessore.
Il più grande e bell’ omaggio mai fatto ad una delle più grandi artiste internazionali, amata in tutto il mondo
Lo Spettacolo è ideato e diretto dal M° Massimiliano Lanti e andrà in replica SABATO 17 settembre alle ore 20.30 in Piazza Orsini a Montorio al Vomano, con ingresso libero e vedrà protagonisti tutti gli allievi del Centro Coreografico di Danza di Montorio al Vomano e Studio60 Spazio Danza di Teramo.

    “La sua vitalità è inesauribile, nulla, neppure il dolore più definitivo, neppure il lutto più grave sarebbero in grado di ostacolarla”. Paolo Giordano.

    Biagio Vitiello: “La mia rinascita”

    La storia di Biagio Vitiello, 27 anni di Bologna, sopravvissuto ad un grave incidente stradale, rischiava di restare su una sedia a rotelle. Il ragazzo aveva 21 anni quando il 2 febbraio del 2015 tutto cambiò all’improvviso. Intervista esclusiva perStar3000.

    COM’ERA LA TU VITA PRIMA DELL’INCIDENTE?
    Prima del mio incidente, terminati gli studi al Marcello Malpighi di Bologna come odontotecnico, l’intenzione era quella di voler proseguire gli studi e il mio sogno di sempre sarebbe stato quello di affermarmi a livello calcistico. Ero un ragazzo molto sportivo, amavo in primis giocare a calcio, ma in generale ero affascinato agli sport di squadra perché ero un ragazzo a cui piaceva conoscere persone, con uno spiccato senso di condivisione e che ama perseguire obiettivi comuni. Pur avendo tanti amici adoravo passare gran parte del mio tempo con la mia famiglia alla quale sono molto legato.


    PENSIERI CHE HAI AVUTO DURANTE IL RICOVERO A MONTECATONE?
    Il mio primo pensiero fu quello di volermi togliere la vita, perché “parliamoci chiaro” a 21 anni sapere che la tua vita dovrà essere trascorsa su una sedia a rotelle non è semplice. Pensavo costantemente alla mia famiglia, soprattutto a mio fratello, pensavo che non avrei mai più potuto avere una ragazza nella mia vita e che mai nessuno mi avrebbe apprezzato abbastanza. Ad un certo punto mi ero rassegnato, ma un mio pensiero fisso era quello di riprendere ALMENO la sensibilità del mio pene. Pensavo che il vecchio Biagio di prima non sarebbe più esistito e dovevo quindi abituarmi ad una vita completamente diversa, a me estranea e questo mi provocava molta paura, angoscia, ansia, poi tramutati in attacchi di panico.

    LA PRIMA COSA CHE HAI PENSATO DI AVER VOGLIA DI FARE ALLE DIMISSIONI DAL CENTRO?
    Qui si capisce tutta la passione per questo sport, perché il mio primo pensiero, che chiaramente in quel momento era solo utopia, era quello di fare una partita di calcetto con i mei soliti amici. L’idea di correre spensierato in un prato verde con ai piedi le mie scarpette da calcio e di fronte un pallone era ineguagliabile.


    PERDERE LA MEMORIA AL DI LA’ DELL’ ASPETTO CLINICO, COSA E’SIGNIFICATO PER TE?
    È una cosa molto strana da spiegare; ricordo che inizialmente non sapevo neanche dove mi trovassi, ma la cosa che ad oggi ancora mi fa venire la pelle d’oca e mi fa capire quanto io sia legato alla mia famiglia è il fatto che dicevo a mio papà “non so chi tu sia, ma sento che ti voglio bene e che mi stai simpatico”. Questa cosa per me fu molto significativa perché non mi capitò con tutti, se non anche con mia mamma quando venne a trovarmi; gli altri erano per me puri estranei. Questa esperienza mi ha dimostrato che esistono emozioni, percezioni, sentimenti, che vanno al di là di ogni cosa.


    DIPENDERE DAGLI ALTRI COSA TI HA TOLTO E DATO?

    Pur essendo un ragazzo molto autonomo ho dovuto per forza affidarmi ad altre persone, stavo male. Non potevo fare la doccia quando volevo, non potevo lavarmi i denti quando decidevo io, non potevo cambiarmi il pannolino e questa è la cosa che mi ha dato più fastidio con quel maledetto catetere; inizialmente quando te lo lasciano fisso, non avendo la sensibilità quasi non sai di averlo, il problema è quando passi ad avere la sensibilità e quindi non puoi tenerlo più fisso, ma devi fare i cateterismi, cioè il classico “metti e togli” ogni ora. Odiavo puzzare quando venivano a trovarmi i miei familiari e i miei amici, proprio io che curo ogni mio dettaglio. Ad essere sincero non ho riscontrato lati positivi, perché per me l’indipendenza è inappagabile e contraddistingue un lato del mio carattere. Ad oggi sono il ragazzo più felice del mondo perché quello che prima mi veniva fatto da altri riesco a farlo da solo!


    OGGI DI COSA HAI PAURA?
    Sembrerà strano, ma la più grande felicità è la mia più grande paura…Ho paura, di tanto in tanto, che le mie gambe da un momento all’altro si possano bloccare e che avendo tutt’ora due sbarre di ferro all’interno della mia schiena, essa non mi sostenga più e di conseguenza aver bisogno di nuovo di una sedia. Sinceramente ogni giorno mi concentro molto su questo, nel senso che curo costantemente le mie cicatrici e le mie gambe e finita la fisioterapia mentalmente sono molto più sollevato, ma se devo pensare al mio futuro in generale, non sono del tutto sereno.


    SEI FIDANZATO CON WANNA DI COSA LA RINGRAZI E COSA SPERI CHE QUESTA STORIA POSSA DARVI?
    Ho al mio fianco una vera Donna! Sono una persona molto solare che emana molta positività, ma anche io ho i miei sbalzi d’umore e non sono comuni a tutti; posso passare dall’essere felice e andare a fare una camminata con lei all’ attacco di panico perché la mi gamba sinistra non si muove più; posso passare una giornata intera felice al mare con lei, all’essere nervoso perché non riesco a fare pipì. Penso che quando si riesca a trovare una donna capace di renderti felice anche quando piangi perché a 26 anni “non riesci a fare la pipì” uno si debba ritenere molto fortunato. Sia a livello fisico, ma soprattutto a livello psicologico lei mi sa domare e secondo me è semplice trovare una persona che ti faccia da “badante”, che quando c’è da mettere un giubbotto e tu non riesci per ovvi motivi lei ti da una mano, ma trovare una persona che sposi la tua mente complicata non è cosa da tutti i giorni. Spero che questa mia esperienza di vita passata faccia capire ad entrambi quanto sia importante la felicità, quanto sia importante stare bene con sé stessi e quanto sia importante aiutare sempre il prossimo.


    DAMMI 4 AGGETTIVI PER LA TUA FAMIGLIA PRIMA E DOPO IL TUO INCIDENTE

    Non posso dare un numero preciso di aggettivi per qualificare la mia famiglia; siamo in quattro e siamo sempre stati molto uniti. Ho sempre avuto un debole enorme per mio fratello Christian, che tra l’altro cercavo tanto quando ero ricoverato, ma era ancora troppo piccolo per fargli affrontare quella dura realtà. Se sono quel che sono è solo grazie a loro. Ho sempre avuto un sostegno sotto tutti i punti di vista, non mi hanno mai fatto mancare NULLA! Addirittura mio padre mi fece mettere una tv con sky in camera per guardarmi la Serie A e questa che può sembrare una sciocchezza per me è stata una cosa molto significativa. Chiaramente oggi posso confermare che siamo ancora più affiatati perché penso che una persona in difficoltà non si possa mai salvare da sola e penso che NOI abbiamo vinto la battaglia più grande fino ad ora!

    COSA DEVE AVERE PER TE UN ESSERE UMANO CORAGGIOSO?

    Ho sempre odiato le persone che ad ogni problema si piangono addosso, infatti, una delle mie frasi più belle e che dico spesso durante il giorno è “SOLUZIONI, NO PROBLEMI”! Tutti abbiamo dei problemi, ma mai soffermarsi su di essi, essere consapevoli che esistono, ma trovare delle soluzioni continue. Da questa storia posso garantirvi che la mente rappresenta il 90% delle nostre azioni e quindi della nostra forza. Un essere umano per me coraggioso deve saper osare e per farlo occorre usare bene la testa. Dobbiamo essere consapevoli di quali sono i nostri limiti, quindi mai strafare, ma dove possiamo arrivare, cercare di farlo al 100%.

    TU OGGI COSA SEI?
    Oggi mi sento una persona completamente diversa. Mi sento maturo e ho una visione a 360° della vita. Ho capito che bisogna prima stare bene con sé stessi prima di poter amare una persona; ho capito che non tutti sono fortunati come me ed è proprio loro che vorrei aiutare. Sinceramente, come già detto in precedenza, ho paura per il mio futuro. Ad oggi devo vivere con due sbarre di ferro nella schiena, una paraplegia incompleta alla parte sinistra del mio corpo e una vescica ancora non del tutto funzionante, conseguenze della compressione del midollo osseo. Non lavoro e non credo sarà mai facile per me trovare un lavoro a me idoneo e appagante soprattutto durante questo periodo storico caratterizzato dal Covid-19. Se dovessi dire cosa mi piacerebbe fare, vorrei intraprendere una buona carriera da imprenditore, nel mentre riprendere i miei studi da odontotecnico dato che possiedo già il diploma Superiore.

    DESCRIVI LA TUA RINASCITA.
    Mi sono sempre posto degli obiettivi ben precisi nella mia vita e questa mentalità mi ha aiutato molto nella mia rinascita o meglio dire nella MIA VITTORIA. Quando ero paralizzato completamente guardavo tutto il giorno il soffitto, contavo le mattonelle e sognavo un giorno di poter riuscire a camminare senza che nessuno si accorgesse di ciò che avevo passato. Focalizzavo “ il camminare” costantemente e quello è stato il mio unico pensiero fino a poco tempo fa. Ricordo che, come mio solito, volevo sempre di più; muovevo un dito, ne volevo muovere due; alzavo la gamba, volevo correre; muovevo la mano, volevo mangiare da solo. Penso che la mia rinascita sia stata soprattutto nell’essere consapevole di dove può arrivare ad aiutarmi la testa, senza mai rischiare e fare più del dovuto e se ad oggi, pur avendo appunto una paraplegia incompleta, sono quel che sono è perché ho sempre creduto in me stesso, sempre creduto che prima o poi ce l’avrei fatta e infatti eccomi qua.


    COS’ E’ PER TE IL VALORE DEL TEMPO?
    Premetto di non essere mai stato ragazzo paziente, non sopporto la gente quando dice di non avere tempo. Il tempo c’è per tutti e per qualsiasi cosa, basta organizzarsi e volerlo. Per esempio, arrivò un tempo dove i medici mi dissero che finalmente potevo passare dall’essere disteso sul letto all’andare almeno sulla sedia a rotelle e per me questa fu la prima vittoria. Da quando me lo dissero a quando accadde passarono minimo tre lunghe settimane e io ogni giorno piangevo con i miei genitori perché volevo andare sulla sedia a rotelle, quando secondo me bastava soltanto dirmelo nel momento più opportuno riducendo la mia aspettativa e farmi stare mentalmente più sereno. Soprattutto per questo episodio confermo il fatto che sono poco paziente e che NON HO PIU’ TEMPO DI ASPETTARE NESSUNO perché se a me una cosa interessa il tempo, nonostante i mille impegni che tutti hanno, io il tempo lo trovo SEMPRE. Quindi, il tempo ha un valore inestimabile per me ed io porto molto “rispetto” ad esso.


    COSA VOLESSI CHE I GIOVANI POSSANO CAPIRE DALLA TUA STORIA?
    Vorrei dare un chiaro messaggio sociale : far capire che bisogna sempre credere in sé stessi perché tanto mai nessuno lo farà al posto nostro e che la costanza prima o poi ti farà raggiungere i traguardi che ti prefiggi. Non bisogna mai mollare fino a che non si arriva all’ obiettivo prestabilito con la propria testa. Nonostante le difficoltà CE LA PUOI FARE e Ci tengo a dire che in realtà, senza rendermene conto, di pazienza in fondo io ne ho avuta tanta e anche quella è una componente fondamentale. Detto da me può sembrare paradossale, ma è proprio così.


    COSA PENSI DELLA SANITA’ ITALIANA?
    Sarei ipocrita a dire che per me i dottori non sono degli Eroi. Devo praticamente tutta la mia vita all’ Istituto di Montecatone, agli infermieri, alle OSS, ma soprattutto ai fisioterapisti perché se cammino è gran parte anche merito loro. Ci tengo a dire che nella situazione che stiamo affrontando oggi, io ugualmente frequento gli ospedali per controlli che dovrò fare a vita, quindi vedo molto da vicino quanto stanno “rischiando e correndo” medici e infermieri. Ribadisco, PER ME SONO EROI.

    “800 KM DI MUSICA” – LA PUGLIA ALLA MILANO MUSIC  WEEK

    “800 KM DI MUSICA”   LA PUGLIA ALLA MILANO MUSIC  WEEK


    800 KM DI MUSICA” è un evento inserito nel palinsesto della Milano Music Week, il prossimo 28 Novembre, nasce dall’intuizione del suo ideatore Felice Lenoci, nell’idea di raccontare con le testimonianze di diversi artisti, un viaggio virtuale che, attraverso la musica, parte dalla Puglia per arrivare a Milano, la Mecca della musica italiana.Si parte da Acquaviva delle Fonti, sua città natale, con un video integramente girato in loco dal regista Massimo Cerbera, per raccontare la tradizione musicale della “banda” e del suo monumento rappresentativo, la “Cassarmonica”, passando per artisti pugliesi e non, che hanno contaminato la loro musica, nei più diversi generi musicali con le suggestioni e le influenze mediterranee che caratterizzano la terra di Puglia. L’evento in calendario a Milano, nella settimana della Music Week, il 28 Novembre, alle 18.00, presso il21WOL, sarà un talk show condotto da un’altra pugliese, Doralisa Campanella (presentatrice, attrice, inviata televisiva e speaker radiofonica).

    Il talk sarà arricchito da interazioni video, immagini ed esibizioni live che faranno da “fil rouge” tra artisti Pugliesi che racconteranno le storie del loro viaggio, i loro “800 km di musica” dalla Puglia a Milano.


    Gli artisti presenti all’evento saranno:

    Gaudiano – Dopo esperienze nell’ambito del teatro musicale, nel 2020 debutta con un 45 giri digitale, lato A“Le cose inutili” (Adom Music/Leave Music) e lato B “Acqua per occhi rossi”.Nel 2021 vince il Festival di Sanremo nelle Nuove Proposte, con il brano “Polvere da sparo” (Leave Music/Adom Music/Sony Music). Il 14 maggio 2021 è uscito il suo quarto singolo “Rimani” (Adom Music, Sony Music/ Epic).

    Jade: artista di caratura internazionale, vanta una lunga lista di esibizioni come soprano nel tour italiano “Queen at the Opera” e come sostituta di Anastacia nel tour olandese del musical “We will rock you musicaltour”. Durante il lockdown, la sua passione per la musica metal (ha cominciato a cantare metal all’età di 14 anni), l’ha portata alla scrittura del suo primo singolo “Forget everything”, uscito nei giorni scorsi.

    Kaput Blue: cantautore dalle tonalità calde e americane, scrive come autore per due grandi editoriali, Sugai Publishing e Doner Music. Di recente, ha lavorato ad alcuni brani di Emma Muscat, una dei tanti artisti per cui scrive.

    Michele Wad Caporosso: speaker radiofonico di Radio Deejay e M2O, host dell’iconico programma “Say Waaad”, dove porta alla scoperta delle ultime tendenze della musica, della moda ed di internet. Wad è un riferimento dell’attualità, della musica, del mondo urban.

    Stefano de Vivo: chitarrista, compositore e producer, è un artista a tutto tondo. I suoi lavori sono contaminati da elettronica, chitarre dolci e suoni suadenti. Inoltre, interverranno il Presidente dell’associazione “Pugliesi a Milano”, Nicola Tattoli e Kevin Dellino, speaker, presentatore, caporedattore del settimanale La Gente Che Piace e inviato televisivo di origini pugliesi.

    Nell’idea grafica curata da Luce Rosselli, sono rappresentati i palazzi della “city”, i cactus che rimandano alsud, al sole e al caldo. L’onda che sottolinea il tema della musica con richiamo al mare e al percorso,rappresentato con segni grafici lineari e/o ondulatori. La forma sferica e la cuffia rappresentano il singolouomo ma anche l’intera terra, l’universalità della musica e la sua importanza per l’umanità

    Colpo di scena al GFVip! Miriana Trevisan torna in gioco dopo l’eliminazione

    Una puntata scoppiettante quella appena conclusa nella casa più spiata d’Italia, dove l’ex showgirl di Non e la Rai, Miriana Trevisan, splendida 50 enne napoletana finalmente è riuscita a ricordare a tutti noi pubblico italiano il motivo per cui, da oltre 30 anni siamo ancora innamorati di lei. Una serata caratterizzata da forti emozioni, dove Miriana, finita al televoto contro Sophie Codegoni e  Gianmaria Antinolfi, è stata spesso al centro dell’attenzione dapprima attraverso delle clip in cui manifestava la sua grande bellezza soprattutto interiore nel racconto della sua vita partendo dai suoi splendidi esordi ai grandi successi al fianco degli indimenticabili pionieri della vera Tv Italiana; da Corrado a Raimondo Vianello a Mike Bongiorno, la Trevisan si è lasciata andare a toccanti ricordi in un racconto che ha incantato il pubblico che con lei si è emozionato per l’intero blocco televisivo e continuando con profonda commozione soprattutto nel momento in cui, la showgirl partenopea ha ricordato la scomparsa del suo amato papà per concludere con il tragico episodio in cui la stessa ha rischiato la vita durante un tragico intervento nella quale le fu asportato l’utero. Miriana, l’affascinante brunetta che con il suo sorriso disarmante ci accompagnava in quei piacevoli pomeriggi televisivi diretti da Gianni Boncompagni, ha dimostrato grande umanità e confermato attraverso la sua storia di essere a tutti gli effetti pronta per continuare la sua avventura e a farci sognare. 

    Difatti grande sorpresa è stato l’arrivo inaspettato di sua mamma, dove, per la prima volta in assoluto si è mostrata pubblicamente malgrado le sue condizioni di salute. Purtroppo al televoto ha avuto la peggio, infatti, uscita dai giochi era già pronta a tornare alla vita quotidiana ed era sicuramente felice di riabbracciare suo figlio Nicola, ma, il colpo di scena è arrivato nel momento in cui, giunta alla soglia del palco in studio di fronte al pubblico, Alfonso Sognorini le ha chiesto di aprire il suo biglietto di ritorno e sorprendentemente il suo ritorno nella casa.

    Una nomination a lieto fine questa, per Miriana, che sicuramente servirà a darle quella marcia in più per affrontare al meglio la competizione ma soprattutto servirà a portare in luce non solo la sua vera bellezza ma il suo intramontabile spirito da showgirl che finora è stato oscurato dalle vicende di mezzi personaggi e pseudo tali che dovrebbero imparare propri da lei come ci si comporta in un’occasione pubblica quale la partecipazione ad un gioco televisivo o reality, se preferite. Il garbo, l’eleganza e la signorilità di Miriana Trevisan hanno ricompensato l’ingiusta nomination e siamo convinti che possa già essere definita una delle papabili sorprese di questa edizione perché no magari portarla sul podio. Augurissimi Miriana! Brilliamo con te. 

    Torna Domenica Insieme con Fabio Taormina e Mariana Strim

    Dopo il grande successo delle scorse edizioni Domenica 21 Novembre parte la nuova stagione televisiva di “Domenica Insieme!” condotta da Fabio Taormina e Mariana Strim.

    Prima puntata col botto con ospiti di grande rilievo artistico e culturale.

    A partire da Wanda Fisher, cantante nonché personaggio televisivo spesso ospite dei salotti televisivi Mediaset ed indimenticabile storica voce solista de “Il mio canto libero” del grande Lucio Battisti che, nell’occasione, presenterà al pubblico il suo ultimo singolo “Favolosa” tra l’altro al centro di numerose polemiche sul web sul presunto plagio da parte dei Maneskin con “Mammamia”.

    Wanda Fisher ospite a Domenica Insieme

    L’artista risponderà a tutto ciò in esclusiva e per la prima volta e dirà la sua opinione a riguardo senza tralasciare aneddoti sulla questione e particolari sulla sua straordinaria vita artistica.

    Kevin Dellino si racconta in Tv a Domenica Insieme

    Spazio anche alle giovani leve dello spettacolo; Fabio e Mariana nella seconda parte della trasmissione intervisteranno Kevin Dellino, conduttore tv reduce da un estate ricca di eventi, si racconterà per la prima volta e in esclusiva partendo dai suoi esordi ai suoi successi arrivando alla fortunata esperienza da inviato per Michele Cucuzza e Stefania Orlando. Ciliegina sulla torta, la cantante, attrice nonché conduttrice televisiva Elisabetta Viviani, che si confiderà a Fabio e Mariana attraverso una splendida intervista a cuore aperto in cui rilascerà delle dichiarazioni esclusive in cui ne approfitterà anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa soprattutto nei confronti del grande Pippo Baudo

    Ospite a Domenica Insieme la splendida Elisabetta Viviani

    Non mancheranno le rubriche “Hit parade story” con Fabio Fiata e quella dedicata al mondo del fitness.

    Una Domenica esplosiva all’insegna del buonumore e del puro intrattenimento, esattamente quello che manca nelle nostre tv nazionali. Da non perdere. 

    L’appuntamento è per domenica alle ore 14:30 su Nuova Rete Brescia visibile sul canale Nazionale 828 ed in Lombardia sul canale 199. 

    Scopriamo qualcosa in più sul brillante conduttore della Domenica televisiva di NRB. 

    Fabio Taormina

    La sua prima apparizione televisiva risale nel 1994 a soli 15 anni nella trasmissione “Ok il prezzo è giusto”.

    L’anno seguente, nel 1995,  dopo un provino entra a far parte dei ragazzi di “Generazione X” condotto da Ambra Angiolini su Italia 1 e da lì non si è mai fermato. Il suo volto figurerà infatti in numerosi programmi di grande successo; da “Casa Vianello” a “Scherzi a parte”, passando da “La notte vola” al mitico “Festivalbar” ed ancora “Vivere bene vivere meglio” e tante altre trasmissioni Mediaset. 

    Nel 2009 approda nella tv web Time Radio diventandone il volto ufficiale e presentando per 5 anni varie trasmisisioni musicali in diretta.

    Nel 2014 diventa inviato della trasmissione “Zanzaro” in onda su Rtb con la rubrica “A spasso col Vip” e dall’anno successivo ne diventerà il presentatore.

    Ha partecipato anche a Forum, Guess My age, Che tempo che fa, Quelli che il calcio ed è stato protagonista dello spot pubblicitario “Fluibron”.

    Dal 2017 conduce la trasmissione musicale “Ai tempi del Jukebox”in onda su Rete 55.

    Non è mancato lo spazio alla musica infatti ha inciso diversi singoli: Cuore di Plastica, Io mi fido, Tomato de amor, Supersexy, Papavero nero.

    Dal 2019 è al timone della domenica televisiva di Nuova Rete Brescia con Domenica insieme, in cui è affiancato dalla splendida Mariana Strim, ex protagonista di “Riccanza” su MTV al fianco di Niccolo Ferrari e di “Quelli che il calcio” con Francesco Paolantoni.

    “LEONI AL SOLE” il nuovo singolo dei The Kolors

    Stash, cha ha curato la produzione del suo nuovo brano “Leoni al sole”, ha raccontato:

    Quando è uscita Cabriolet Panorama mi è capitato di scambiare dei messaggi con Tommaso Paradiso, gli era piaciuta molto. A fine giugno mi è arrivato un demo di una sua canzone che aveva scritto con Dario Faini e Vanni Casagrande. “Dovresti farla tu”, mi diceva”. 

    Prosegue Stash: “Ci ho lavorato tutta l’estate. Tommy e Dario mi hanno lasciato completa libertà di portarla nel nostro mondo, cercando di rispettare e di disegnare al meglio un incontro di identità artistiche per me preziose e complementari alla mia visione.

    Ci siamo visti in costiera amalfitana, in una di quelle serate estive che ti fanno credere che la poesia è qualcosa che a volte riesci a toccare con le mani. Appena gli ho fatto sentire il pezzo Tommaso mi ha guardato dicendomi “sii” ed è stato emozionante vedere come fosse felice di vedere un suo regalo prendere forma”.

    Parlando di Tommaso Paradiso e Dario Faini, STASH ha aggiungo: “Tommaso è un fratello, è una persona talmente di cuore che ne avvertirete sicuramente la “presenza”. Questo singolo per me è un incontro artistico enorme, del resto quando metti le mani su un pezzo di Dario Faini, tra i produttori più forti in circolazione, senti una grande responsabilità. I suoi preziosi consigli sono per me l’ennesima conferma della sua caratura artistica, e sono felice che mi abbia dato la possibilità di produrre il brano”.

    Teatro Fusco, arriva Ghemon con “Una Cosetta Così”

    Non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma in parte, un po’ di tutto questo. Il 9 dicembre, alle ore 21.00, sul palco del Teatro Fusco, arriva Ghemon con Una Cosetta Così, uno show nel quale il cantautore avellinese si racconta e si mette a nudo, non senza ironia. È lennesimo appuntamento di livello per il cartellone musicale messo a punto dallo storico teatro tarantino in collaborazione con lAmministrazione comunale e con il supporto del Teatro Pubblico PuglieseIl recente progetto di Ghemon rappresenta uno spettacolo unico nel suo genere, che fonde insieme elementi musicali, comicità stand-up e narrazione. Originariamente inseritosi nelluniverso dellhip hop, dove ha acquisito notorietà come uno degli artisti più apprezzati, nel corso degli anni ha plasmato un proprio stile distintivo, amalgamando soul, rap e sonorità italiane. Nel corso della sua carriera, Ghemon ha abbracciato la via della versatilità per condividere con il pubblico il suo mondo interiore, esprimendosi non solo attraverso la musica, ma anche tramite dj set, radio, podcast, un libro e il suo interesse per lo sport, in particolare calcio e pallacanestro, e persino partecipando a maratone. Una Cosetta Così si configura come uno spazio in continua evoluzione, dedicato alla libertà creativa, dove finalmente abbandonare ogni restrizione. Lobiettivo è offrire agli spettatori qualcosa di fresco e diverso rispetto a quanto già noto grazie alla musica del cantautore avellinese. Lo showincluderà brani inediti, cover sorprendenti e momenti di riflessione più profonda, trasformandosi in unesperienza a 360gradi.

    «Ghemon è un artista capace di arrivare dritto al cuore e alle orecchie dei giovani ha commentato Michelangelo Busco, direttore del Teatro comunale Fusco , e questo show è pensato soprattutto per loro. Non parliamo di un concerto ma quasi di un diario personale raccontato su un palco. Uno show che siamo onorati di ospitare nel nostro teatro».

    “Crimini e Criminologia”, riflettori puntati sul caso Mirella Gregori

    Appuntamento domenica 10 dicembre, alle 21.30, su Cusano Italia TV

    Domenica 10 dicembre su Cusano Italia TV (canale 122 del digitale terrestre), un’altra puntata esclusiva di “Crimini e Criminologia”, in onda dalle 21.30 alle 23.30 con Fabio Camillacci e Gabriele Raho.

    Seconda puntata dello speciale: “Trilogia dei Misteri di Roma degli anni 80”. Dopo Emanuela Orlandi, riflettori puntati sulla scomparsa di Mirella Gregori, svanita nel nulla il 7 maggio 1983. In primo piano: il reportage di Aurora Vena sui luoghi di Mirella. Sarà presente in studio, in grande esclusiva, Maria Antonietta Gregori, la sorella di Mirella. Interverrà anche il legale della famiglia Gregori nonché Presidente di Penelope Italia avvocato Nicodemo Gentile. L’avvocato Gentile e la famiglia Gregori stanno lavorando per arrivare all’apertura di una nuova inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori. Ovviamente, sarà l’occasione anche per parlare dell’istituzione della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta Orlandi-Gregori. Il 9 novembre scorso è arrivato, infatti, il via libera definitivo del Senato, ma la Commissione dev’essere ancora formata nei suoi 40 componenti, 20 deputati e 20 senatori.

    Per la rubrica “Lente d’ingrandimento”, con l’Osservatorio Criminologico di “Crimini e Criminologia”, interverranno: la psicoterapeuta, criminologa e giornalista Barbara Fabbroni e il criminologo e giornalista Michel Maritato. In chiusura, spazio alla rubrica “Italia in giallo e nero” con il professor Marino D’Amore, Sociologo della comunicazione all’Università Niccolò Cusano e Criminologo. Con lui, si parlerà di “regali insanguinati”, i delitti di Natale, perché purtroppo a Natale non siamo tutti più buoni. Tra gli omicidi di Natale che verranno approfonditi, quello di Anna Dinarello, uccisa a Milano nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1991.

    Per inviare messaggi durante le due ore di diretta: scrivete sms e whatsapp al 334/92.29.505.

    Per le mail: crimini.cusanotv@gmail.com

    Alex Nuccetelli: “Francesco Totti ha sofferto quando è uscita la storia del caffè. È soddisfatto e felice con Noemi”

    La separazione di Francesco Totti e Ilary Blasi resta al centro dell’attenzione dei media e Nuccetelli, amico dell’ex calciatore della Roma, ha rivelato particolari riguardanti l’inizio della storia tra il Pupone e la conduttrice: “Credo di aver avuto un ruolo importante nella storia tra Francesco e Ilary, anche più di un Cupido. Oggi posso parlare solo del documentario perché abbiamo fatto un patteggiamento in tribunale con la signora e posso parlare solo di quello. Non posso mettermi contro gli autori ma la storia è andata un po’ diversamente. Ci sono stati due mesi di telefonate tra me e lei e poi ci sono stati quattro appuntamenti tra loro organizzati da me. Il primo in assoluto lo facemmo in un locale sulla Nomentana: mi sarebbe piaciuto che si fosse parlato di me a quei tempi, piuttosto che oggi, quando sono stato definito da Roberto D’Agostino come colui che ha distrutto questa coppia, presentandogli la nuova compagna (Noemi Bocchi, ndr). Ci fu poi un secondo appuntamento e un terzo e poi andarono finalmente con le loro gambe. In primis fu difficile l’approccio: in altri casi avrei abbandonato subito la causa ma volevo talmente bene a Francesco e lui era così preso, a differenza di altre situazioni, che non ho voluto mollare. All’inizio Ilary mi disse che era molto innamorata del compagno, non lo voleva lasciare e tra l’altro la categoria dei calciatori non era di suo gradimento e in più era pure della Lazio. Inoltre le voci su Francesco single non erano molto rassicuranti ma cercai di spiegarle che lei per lui era un’altra cosa. Dopo varie vicissitudini e dopo aver trovato il fidanzato in situazioni non idonee, lei ha cominciato a ipotizzare di uscire con Francesco anche in altri termini, perché le prime uscite le avevamo fatte in amicizia.Sicuramente lo trovò molto simpatico, perché lui è difficile che tra amici e fidanzate non faccia innamorare le persone. Ci fu questa prima serata in cui guardammo “Passaparola” (Ilary era una Letterina, ndr): Francesco stava giocando a biliardo, la vide in televisione e mi disse che gli piaceva molto. Io risposi che era una mia cara amica e poi quella sera stessa c’era anche Silvia, la sorella di Ilary, che a quei tempi lavorava per me”.

    Tra gli ospiti intervenuti il 5 dicembre nel corso di Turchesando”, il programma condotto da Turchese Baracchi in onda ogni martedì dalle 18 alle 20 su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia Tv (canale 122 del digitale terrestre), il pr romano Alex Nuccetelli, che ha detto la sua sul docufilm della Blasi, uscito da pochi giorni e diventato il sesto documentario più visto nel mondo su Netflix non in lingua inglese: “Francesco nel documentario viene dipinto in un modo diverso da quello che è in realtà, perché in questo documentario non viene mai citato il bene che lui ha fatto a questa famiglia. Peraltro la sorella Silvia ha iniziato a fare un altro lavoro tramite lui. Penso che oggi il suo patrimonio si sia diviso nonostante avesse fatto un matrimonio in separazione dei beni. Non è un documentario oggettivo perché parla la mamma, la sorella, l’amica del cuore. Secondo me doveva avere una linea più obiettiva”.


    Per quanto riguarda il famoso caffè che fa da ‘fil da rogue’ per tutto il documentario, il pr ha dichiarato: “Io penso che Ilary abbia sofferto ma posso assicurare che anche Francesco ha vissuto la stessa cosa quando è uscita la storia del caffè. Senza quel caffè magari lui ancora starebbe con Ilary. Francesco quando parla di queste cose posso garantire che non è felice, perché è un uomo estremamente “diverso” da quello che può essere la normalità: c’è anche un pizzico di presunzione in lui, che è difficile da spiegare.… Se Francesco voleva bloccare la carriera di sua moglie l’avrebbe fatto dall’inizio: lui non ha mai voluto farlo e non ha mai voluto credere al fatto che lei potesse avere un altro. Un giorno per curiosità ha preso il suo telefono: a me non ha mai detto precisamente ciò che ci ha trovato, anche perché sono stato un po’ estromesso dalla loro ultima casa casa. Io sono stato con loro fino alla casa vicino via Amsterdam e poi dopo non l’ho mai più vissuta”.

    Alex Nuccetelli a Radio Cusano Campus: “Francesco ha sofferto quando è uscita la storia del caffè. È soddisfatto e felice con Noemi”

    E per quanto riguarda la situazione in casa: “Francesco è un uomo che ha sacrificato un po’ la sua famiglia per avere intorno a sé quella di Ilary, non era come quando ci ritrovavamo a casa sua all’inizio. Non voglio dire che era lei a portare i pantaloni, ma di fatto per quieto vivere e per stare bene con la propria moglie l’ha fatto. Dato che anche la mamma e la sorella di Ilary vivono lì vicino, controllavano un po’ i suoi spostamenti”.

    Nuccetelli è stato più volte indicato come il Cupido che ha fatto incontrare Totti e Bocchi. Su questa cosa il pr romano è netto: “Io non ho presentato Noemi a Francesco. Si sono conosciuti da soli in Sardegna ma non si erano scambiati i contatti in quel contesto”.

    E riguardo alle voci di una crisi tra Totti e Bocchi ha dichiarato: “Non c’è nessuna crisi tra Francesco e Noemi, è una voce falsa. Li sento e ha trovato una dimensione diversa. Magari Ilary trasmetteva l’amore in un altro modo, con lei è assolutamente fedele, come penso lo sia stato con Ilary almeno all’inizio, come lo è adesso con Noemi. Però lui è veramente soddisfatto e felice, sta bene, è ricambiato in tutto e lei ha delle dimostrazioni di affetto, di dolcezza che un uomo ha bisogno, qualsiasi tipo di uomo sia, anche in mezzo agli altri. Non voglio fare paragoni con Ilary, perché anche lei ha tante qualità, da piccola è stato un mio orgoglio. Veniva a trovarmi nei locali di Roma e mi diceva sempre ‘Ale quando vengo a Roma lo sai che vengo alle tue cose’ e io me la portavo e mi dicevano “falla entra pure se è minorenne”.

    Il pr romano ha aggiunto altresì che in questi giorni è stato contattato per realizzare un contro-documentario con la versione di Totti: “Io in questi giorni ho sentito Francesco per un altro documentario che mi è stato proposto di fare con un autore forte e posso dire che i fatti oggettivi da documentare sarebbero molti di più. Però lui mi ha detto ‘Ale ti giuro basta, non ce la faccio più. Ho detto mezza cosa sui miei Rolex, mi hanno crocifisso. Se questo è il paese dove vivo, mi sono stancato. Voglio pensare ai miei figli, andare avanti e basta’. Non è vero che quelli sono dei regali a Ilary, perché io (Alex, ndr) che sono un poverello ne ho cinque, Francesco ne può mai avere uno solo? Tu mi porti via gli orologi tutto a posto, io ti nascondo in casa le borse ed è tutta colpa mia?”.

    Infine, come ha dichiarato la Blasi in “Unica”, il pr romano ha confermato che l’ex calciatore della Roma è sempre stato attratto fisicamente dalla moglie, anche nell’ultimo periodo del loro matrimonio: “Può darsi che Ilary all’inizio non fosse trasportata troppo fisicamente da Francesco. Ma lui no, anche nelle fasi finali del rapporto era attratto. Gli piace la donna ecco. È sempre stato un salutista, una grandissima persona”.

    Conclusa l’XI edizione del Digital Media Fest: un trionfo di creatività e talento. Tutti i vincitori

    Mercoledì 6 dicembre si è conclusa con un grandissimo successo di pubblico l’XI edizione del Digital Media Fest, il festival ideato e diretto dalla regista e conduttrice Janet De Nardis.

    Presso la Casa del Cinema, all’interno di Villa Borghese, si è svolta la serata di premiazione dell’XI Digitla Media Fest, il festival che ha coinvolto numerosi creativi da tutto il mondo. L’evento, introdotto dalla direttrice Janet De Nardis, è stato presentato da Savino Zaba e Silvia Salemi, che hanno sapientemente intrattenuto il pubblico per quasi due ore.

    Tra i personaggi che hanno preso parte alla serata: Vincent Riotta, Eleonora Albrecht, Dino Abbrescia, Susy Laude, Daniele Cipri, Eleonora Ivone, Francesca Ceci, Francesca Silvia, Stefano De Sando, Manuela Pasqualetti, Fabrizio Bianchetti, Antonio Giuliani, Marco Passiglia, Ludovico Fremont, Simone Gallo, Alina Person, Stefania Casini, Agostino Penna, Nicola Pecci, Antonio Flamini, Anna Elena Pepe, Andrea Doria, Ilaria Battistelli, Garmy Sall, Marcello Cirillo, Alessandro Parrello, Nino Lettieri

    Tantissimi i creativi stranieri arrivati da ogni parte del mondo.

    “Questa edizione del Digital Media Fest la considero piena di conferme. Ho la consapevolezza di avere lasciato un’eredità di affetti, stima e amicizia. Ho avuto la conferma che credere veramente in qualcosa, porta ad avere dei buoni risultati e permette di poter guardare al futuro positivamente sapendo di lasciare a chi verrà dopo un esempio concreto. Sono felice di aver percorso questi undici anni con tanti dei miei studenti e tante persone che hanno voluto fortemente imparare da quello che con fatica ho costruito insieme a molti professionisti” dichiara Janet De Nardis, aggiungendo: “Credo che il mercato dell’audiovisivo in questo decennio abbia attraversato delle grandi trasformazioni che oggi permettono anche ai più giovani con meno mezzi di essere competitivi e di farsi notare con le loro idee. Lo dico nonostante io abbia la consapevolezza che affrontiamo un momento di grandissima crisi soprattutto nell’assetto cinematografico. Sono immensamente grata a tutti quelli che hanno creduto nella follia di un Festival che guardava a qualcosa che ancora sembrava non esistere ma che oggi è realtà”.

    Si e’ conclusa l’XI edizione del Digital Media Fest: un trionfo di creatività e talento. Tutti i vincitori:

    Categoria Webserie:
    Menzione speciale per la BEST COMEDY – INTERNATIONAL WEB SERIES: Pandemials
    Best Soundtrack: With Grace, Amazing Grace Series season 3
    Best Costume Design: Tricks And Recipes
    Best Original Idea: THE CAB’ SEASON 2
    Best Oriented Social Movie: Ad Maiora che vince il premio StadionVideo consistente in sottotitolazione per 30 minuti e relativo DCP per il prossimo lavoro
    Best Screenplay: Less Than Kosher
    Best Cinematography: Useless – Baltringue
    Best Actress: Grace Truman – With Grace, Amazing Grace Series 3
    Best Actor: Jesùs Oro – Love
    Best Director: Existem Lobos No Sotao Di Eduardo Gil
    Best International Webserie: The Cab Season 2
    La webserie AD MAIORA vince la selezione diretta per IL MARSEILLE WEB FEST, DIE SERIALE IN GERMANIA, BRITISH WEB AWARDS E RIO WEBFEST.
    Il vertical video ABORDO va in finale al MIAMI WEB FEST E BILBAO SERIESLAND
    Il vertical video IS IT TOO WEIRD FOR SOCIAL MEDIA? vince la selezione diretta per il LIMA WEBFEST E ASIA WEB AWARDS
    Il vertical VIDEO LUKE. MY VIRTUAL SELF per T.O. WEBFEST (TORONTO) – E MEDITERRANEAN FILM FESTIVAL CANNES
    Il PILOT OKUS KERO sarà finalista al CUSCO WEBFEST
    La webserie TOKENS SEASON2 vince la selezione diretta al festival Tulipani di Seta Nera


    Categoria Cortometraggi:
    Premio Roma Lazio Film Commission a IL BALLO di Susy Laude

    Menzione Speciale: Best Digital Media Fest Young Actress a Elisa Pierdominici per l’opera LONTANIA
    Best Oriented Social Movie: Ex Aequo

    Amina che vince il premio VIDEOLUCE sottotitolazione per il video di 30 minuti in: (valore totale 1200 euro) inglese, francese e italiano per non udenti

    Miss Agata che vince il premio PANALIGHT del valore di 5.000 Euro in attrezzature.

    Best Original Idea: Bulimia Di Follower che vince il premio Lumex Academy che consiste in un corso completo su effetti visivi con nekex

    Best Supporting Actor: Yahya Ceesay Di Miss Agata
    Best Supporting Actress: Daniela Morozzi Per Segni Molto Particolari che vince il premio da Andrea Tomassini che offre una colonna sonora per un video della durata massima di 30 minuti. il premio ha un valore commerciale di 3.000 euro.
    Best Actor: Giulio Brizzi – Fake Shot
    Best Actress: Beatrice Bartoni – Fake Shot
    Best Soundtrack: Il Ballo
    Best Set Design: Il Ballo
    Best Cinematography: Story of Your Life che vince il premio VIDEOLUCE sottotitolazione per il video di 30 minuti in: (valore totale 1200 euro) inglese, francese e italiano per non udenti
    Best Original Screenplay: The Final Cut
    Best Director: Fake Shot che vince il premio LUMEX FILM che mette a disposizione l’attrezzatura per valore 3.000 euro
    Best ShortMovie: Amina che vince il premio PANALIGHT del valore di 5000 euro in attrezzatura

    Categoria Fashion Film
    Best Sound Design: Wagons
    Best Original Idea: On The Rocks
    Best Cinematography: The Button Shop
    Best Director e Best Foreign Fashion Film: Equilibrio
    Best Italian Fashion Film: The Button Shop

    Categoria Vertical Video
    Best Vertical Video: Abordo che vince il premio StadionVideo consistente in sottotitolazione per 30 minuti e relativo DCP per il prossimo lavoro

    Categoria Virtual Reality
    Best Virtual Reality: Between

    Categoria Pilot:
    Best Pilot: Okus Kero

    Categoria School Video:
    Best School Video: L’Augusto che vince il premio StadionVideo consistente in sottotitolazione per 30 minuti e relativo DCP per il prossimo lavoro.

    Il DMF è patrocinato dal Ministero dei beni culturali e da Roma Lazio Film Commission.

    Alfonso Signorini contro Pupo: “Ingrato, sputi nel piatto dove hai mangiato”

    Alfonso Signorini non può certo rimanere in silenzio. Sbotta in tv. A Verissimo si scaglia contro Pupo. Le parole del cantante sul GF non gli sono affatto piaciute. “Ha sputato nel piatto dove ha mangiato abbondantemente, ingrato”, sottolinea il 59enne. Enzo Ghinazzi nei giorni scorsi, in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica in cui parlava della sua carriera, sul reality show ha detto: “Ho fatto per due anni l’opinionista del Grande Fratello Vip, c’era la pandemia e avevo poco da fare: ma non ho mai visto un minuto del Grande Fratello in vita mia. C’era chi lo seguiva per me, un autore tv. Io non avevo la forza di guardarlo per quanto mi faceva ca*are”. Signorini replica duramente.

    Il giornalista, presentatore del GF anche quest’anno, è rimasto sconcertato dalle parole di Pupo: “E’ stata una doccia fredda, con lui ho sempre avuto un buon rapporto e sentirmi dire delle cose da lui, mi ha freddato”. “Io credo che Pupo sia libero di esprimere le proprie opinioni, il Grande Fratello può piacere o non piacere, ma la mancanza di gratitudine non mi è piaciuta – spiega ancora Alfonso – Lui ha detto che ha accettato la proposta perché eravamo durante la pandemia e non c’era altro. La pandemia non era ancora iniziata, tanto che le prime puntate le abbiamo fatte in studio da Cinecittà, poi ci siamo trasferiti a Milano io e lui, quindi non è vero quello che ha detto. Poi, se un programma ti fa così schifo non rinnovi un contratto per la seconda volta”. Signorini poi lapidario conclude: “Caro Pupo, sputare in un piatto dove hai mangiato molto abbondantemente visto come eri pagato non è stato elegante”. Il cantante sul social risponde: “Sono ancora in Russia, a Ekaterinburg. Mia moglie mi ha detto di aver visto il mio amato amico Alfonso Signorini. Alfonso, io e te ci conosciamo troppo bene. Non dubitare mai della mia lealtà e della mia onestà. Tvb”.

    Tutti in campo con Giotti

    Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

    I dolci natalizi artigianali – come quelli proposti dal maestro pasticciere Nicola Giotti – sono dei capolavori culinari che incarnano tradizione e creatività. Preparati con ingredienti di alta qualità e passione, questi dolci rappresentano più di semplici prelibatezze; sono un modo tangibile di celebrare le festività. Le ricette tramandate di generazione in generazione conferiscono un carattere unico a ciascuna preparazione. Il panettone, per esempio, con le sue origini tutte italiane, incanta con il suo impasto soffice e ricco di frutta candita e uvetta. Giotti e il suo team con perizia, sanno dosare gli ingredienti per creare un equilibrio perfetto di sapori. I biscotti natalizi, invece, sono spesso delle autentiche opere d’arte culinaria. Con forme e decorazioni che riflettono l’atmosfera natalizia, diventano simboli di condivisione e gioia. I pasticcieri di Giotti dedicano tempo e attenzione anche ai dettagli, garantendo una varietà di sapori che soddisfano tutti i palati: come nel caso del pan del casale che è una torta di mandorle molto morbida, (ma anche i torroni , le cartellate, ecc), dolce tradizionale italiano, un’altra delizia artigianale che incanta durante le festività. La sua preparazione richiede precisione e dedizione, evidenziando l’impegno della pasticceria Giotti nel mantenere vive le tradizioni.

    In molte culture, si preparano dolci tipici del Natale che riflettono la varietà degli ingredienti locali e le usanze regionali. Dalle lebkuchen tedesche ai mince pies britannici, ogni paese ha la sua interpretazione unica, arricchendo così la tavola delle festività con una varietà di gusti. L’arte di creare dolci natalizi artigianali non riguarda solo il sapore, ma anche l’esperienza sensoriale e visiva. La presentazione curata, spesso arricchita da confezioni tradizionali e decorazioni festive, aggiunge un tocco speciale che va oltre il gusto, coinvolgendo anche vista e olfatto. Queste prelibatezze realizzate artigianalmente sono molto più di dolciumi stagionali; rappresentano una celebrazione della cultura, della tradizione e della dedizione di piccoli grandi artisti. La loro preparazione richiede tempo, ma il risultato è sorprendente.

    Le feste portano con sé un’atmosfera di gioia e condivisione, e cosa potrebbe renderle ancora più “dolci” se non i deliziosi prodotti di cioccolato natalizi? Questi prelibati piaceri diventano protagonisti delle tavole festive, regalando un tocco di lusso e golosità alle celebrazioni. In Italia abbiamo uno dei maestri più apprezzati non solo nello stivale ma anche all’ estero: Nicola Giotti, un nome una garanzia. Un suo classico intramontabile nelle tradizioni natalizie? I tronchetti di cioccolato, noti anche come Yule Logs. Realizzati con un morbido impasto al cioccolato e farciti con creme vellutate, questi dolci non solo deliziano il palato ma anche gli occhi, grazie alla loro forma che ricorda un tronco d’albero. La decorazione artistica con cioccolato fuso e zuccherini aggiunge un tocco di eleganza. Ma per un’esplosione di gusti festivi non possono certo mancare in casa le praline di cioccolato. Giotti offre assortimenti speciali, arricchiti da gusti come cannella, arancia candita e noci tostate. Confezionate in eleganti scatole decorate, diventano il regalo perfetto per amici e parenti, trasmettendo il calore delle festività a ogni morso. Per un incanto visivo e gustativo, i maestri cioccolatieri danno vita a Babbo Natale e le sue renne. Queste adorabili creazioni non solo catturano l’occhio con la loro estetica tutta natalizia, ma deliziano anche il gusto con un cuore morbido di ganache al cioccolato o pralinato. La precisione artigianale nella creazione di queste sculture commestibili testimonia la dedizione degli esperti cioccolatieri alla loro arte. Per un connubio perfetto di sapori natalizi troviamo il pan di zenzero, una leccornia tipica delle festività, che sposa il cioccolato in un legame delizioso.

    Intervista

    – Con le festività alle porte, iniziamo con una domanda sulle tradizioni natalizie legate alla pasticceria. Qual è il dolce che consideri il migliore per celebrare questo periodo?
    – Senza dubbio, il panettone è un classico intramontabile durante le festività. La sua preparazione richiede tempo e cura, ma il risultato è un dolce soffice e profumato che incanta sempre.

    – Davvero un capolavoro natalizio! Parlando di ingredienti, ci sono sapori o aromi particolari che ritieni essenziali per creare l’atmosfera festiva?
    – Sicuramente. La cannella, le noci e gli agrumi sono ingredienti che evocano immediatamente lo spirito natalizio. Li utilizzo in diverse preparazioni per regalare quel tocco caldo e avvolgente tipico di questa stagione.

    – Immagino che i dolci natalizi non siano solo una questione di gusto, ma anche di presentazione. Quali sono le tue idee per renderli visivamente accattivanti?
    – La presentazione è fondamentale! Adoro decorare i dolci con motivi natalizi, come stelle, fiocchi di neve e decorazioni ispirate alla tradizione. I colori tipici del Natale, come il rosso e il verde, sono protagonisti nelle mie creazioni.

    – Per gli amanti del torrone?
    – Propongo i violini torronati aerogeafati.

    – E per quelli del cioccolato?
    – Per i più golosi vi sono le esclusive tavolette di cioccolato aerografato lucido, un’idea regalo originale e profumata che conquista chiunque sin dal primo sguardo. Ma anche gli Schiaccianoci sono meravigliosi.

    – Sta arrivando il periodo migliore dell’anno. Da Giotti Pasticceri vengono sfornate ogni giorno emozioni che incendiano il cuore e avvolgono i sensi con i migliori abbinamenti tra gusti e profumi. Cosa vuoi dire ai nostri lettori e ai tuoi ‘amici’ social?
    – Auguro a tutti un Natale dolce e pieno di serenità.

    – A chi vuoi rivolgere un pensiero speciale?
    – A mio padre. Questo sarà il secondo natale senza di lui. Mi manca moltissimo e gli sono grato per tutto ciò che ha fatto per me.

    Oriana Marzoli: “Non farò Temptation Island Winter. Con Daniele sto troppo bene. Sono contenta di aver fatto pace con Antonella”.

    Oriana Marzoli a Radio Cusano Campus: “Non farò Temptation Island Winter. Con Daniele sto troppo bene. Sono contenta di aver fatto pace con Antonella”.

    Nell’ultima puntata di “Turchesando”, il programma in onda ogni martedì dalle 18 alle 20su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia Tv (canale 122 del digitale terrestre), Turchese Baracchi ha ospitato Oriana Marzoli, nota al grande pubblico per la sua partecipazione alla settima edizione del “Grande Fratello Vip” e per la sua turbolenta storia d’amore nata proprio nella casa più spiata d’Italia con Daniele Dal Moro.

    Nel corso della trasmissione – che ha visto come ospiti anche Micol Incorvaia e Nicole Murgia, l’ex gieffina, seguita su tutti i social per la sua simpatia e la sua spumeggiante personalità che ha appassionato tutti gli spettatori del reality condotto da Alfonso Signori, è tornata a parlare della sua relazione con Dal Moro, anche lui ex concorrente del GF Vip: “Ormai tutta l’Italia l’ha capito così come le mie amiche: quando ci lasciamo poi torniamo insieme. E’ vero che io ho un carattere forte e anche lui, quando litighiamo sono grandi litigate, ma quando stiamo bene, stiamo troppo bene ed è passionale. E’ una scelta mia e sua, che alla gente piaccia o no.

    Dopo la partecipazione a diversi reality show in Cile e l’ultima, quella più sfortunata al Grande Fratello spagnolo, i rumor iniziano a parlare della regina dei reality venezuelana  come futura concorrente del programma “Temptation Island Winter” condotto da Filippo Bisciglia. A tal riguardo l’ex gieffina ha dichiarato: “No, è la prima volta che sento questa cosa. Ma forse dovrebbero andare Micol con Tavassi o la Murgia con Maestrelli.

    La famosa finalista della scorsa edizione del GF Vip, quindi, smentisce le voci, dichiarando che non prenderà parte al reality delle coppie e sul voto alla gelosia si è data un 8,5.

    Antonella Fiordelisi ed Oriana Marzoli sono nate amiche all’interno della casa del “Grande Fratello Vip”, poi si sono allontanate, sino a vivere un rapporto di conflittualità. Adesso pare che siano tornate nuovamente amiche. Marzoli commenta così la vicenda: “Sono contenta di aver fatto pace, non è stato nulla di pensato, ho avuto l’opportunità di parlarle un po’. Ci siamo incontrate per caso e abbiamo conversato ad un tavolo e alla fine ci siamo dette che alcune volte siamo state bene e che il reality ormai è finito. Preferisco tornare amica con persone che sono state vere con me, piuttosto che avere delle amiche finte.

    L’ex gieffina resta aperta a qualsiasi possibilità nel mondo dell’intrattenimento, ma al momento rivela che non c’è nulla in programma tra le notizie certe per il suo lavoro: “Io non ho niente di firmato e scritto. Io mi lascio andare e quello che verrà e sarà. Se mi piacerà, l’accetterò, altrimenti no. Per ora niente di definitivo.”

    Chi è Katherine Altamura? Conosciamo meglio l’astro nascente della danza sportiva

    Chi è Katherine Altamura? Il suo nome e cognome non è nuovo per chi è appassionato di danza sportiva. Nata a Corato, ma vive a Terlizzi, Katherine ha soltanto 15 anni. Frequenta il secondo anno di scuole superiori all’Istituto Alberghiero di Molfetta. L’astro nascente della danza sportiva ha già raggiunto traguardi importanti e prestigiosi.

    Le sue più grandi passioni sono la danza e la moda. Tutte le gare a cui ha partecipato e parteciperà anche in futuro sono marcate Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS). Fin da piccola ha preso parte a numerosi contest e talent show.

    Katherine Altamura è seguita come ufficio stampa e talent scout dal manager Miky Falcicchio, il quale tornerà nel 2024 con un nuovo progetto legato proprio ai giovani emergenti ma in ambito discografico. A livello sportivo viene diretta da Roberta Angarano, l’insegnante professionista della scuola New Magic Dance.

    Soltanto negli ultimi mesi ha raggiunto diversi traguardi significativi:

    • Il 23 aprile Palazzetto dello Sport PalaPoli Molfetta – Semifinale solo Latin Katherine Altamura classe 15/16 cha cha, rumba e jive;
    • Il 7 maggio Palazzetto dello Sport PalaPoli Molfetta – Trofeo Primavera 2023 Fids Si aggiudica 🥇🏆🏆ai balli synchro latin synchro freestyle;
    • Il 2 giugno Palazzetto dello Sport PalaPoli Molfetta – World Dance Open Puglia 2023 Katherine si aggiudica la finale nell’assolo Latin style tecnica 15/16;
    • Il 10 luglio Campionati Italiani Fids a Rimini;
    • Il 26 novembre Campionato regionale ed interregionale (Campania, Basilicata, Calabria e Puglia) al Palazzetto dello Sport di Giugliano a Napoli – Katherine si essere aggiudica la semifinale samba, cha cha, rumba e jive.

    Doctor Aesthetic Franco: il chirurgo dei vip fa un bilancio del suo 2023 e svela i suoi progetti futuri

    Doctor Aesthetic Franco, all’anagrafe Antonio Francesco Franco, è il chirurgo dei vip più richiesto e acclamato in Italia in materia di liposcultura HDF. Meglio conosciuto nell’ambiente della chirurgia come Dr. Antonio Franco è uno dei pionieri della liposcultura. Con la liposcultura HDF è possibile ottenere il corpo (in particolare nelle aree come addome, fianchi, glutei, cosce, collo, schiena, braccia, polpacci, ginocchia, pettorale, seno… praticamente ovunque il paziente voglia migliorarsi) che si desidera ed è la soluzione poco invasiva e perfetta per le esigenze di modellamento del corpo, poiché grazie a tecnologie avanzate e strumenti di precisione, il sistema utilizzato in clinica è progettato per colpire le cellule adipose, distruggendo definitivamente l’adipe impossibilitando la formazione di nuove cellule adipose, con tempi di recupero minimi.

    I macchinari utilizzati dal medico dei vip Antonio Franco sono tutti all’avanguardia e di ultimissima generazione, come ad esempio Morpheus8 che consente di raggiungere molteplici obiettivi: minimizza rughe e linee sottili, migliora la consistenza della pelle, riduce l’aspetto delle cicatrici e migliora il contorno del viso. È adatto a tutti i tipi di pelle, garantisce risultati duraturi e aumenta la fiducia in sé stessi.

    Il bodytite è invece una rivoluzionaria procedura di body contouring che offre una serie di vantaggi per coloro che cercano di migliorare il proprio corpo e ridurre piccoli accumuli di grasso localizzato. Consente di avere un corpo modellato, la riduzione del grasso localizzato, un aspetto più tonico e una migliore elasticità della pelle oltre ad aiutare a ridurre la comparsa di cellulite, smagliature e cicatrici. Il total body, grazie alle canule ad ultra suoni, colpisce le cellule adipose, sciogliendo per sempre l’adipe in quella determinata zona, dove non crescerà più il grasso.

    Il chirurgo dei vip Antonio Franco ha fatto un bilancio del suo 2023 nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata alla rivista AoB Magazine: “Posso tranquillamente dire tramite le dichiarazioni anche fiscali sempre trasparenti che quest’anno è stato incredibile con una media di minimo 20 interventi al mese e 70/100 trattamenti estetici mensili. Ogni anno aumento del 20-30%”.

    Tra l’altro quest’anno è un anno magico per il famoso e molto social chirurgo dei vip Doctor Aesthetic Franco anche dal punto di vista privato dato che è convolato a nozze con la dottoressa e medico chirurgo Katalina.

    Per quanto riguarda il nuovo anno, Antonio Franco ha rivelato: “Sto per aprire la mia prima clinica in Puglia. Il mio obiettivo è quello di aprire nel 2024 altre due cliniche in Italia per poi pian piano puntare anche all’estero”. Auguri!

    Alfonso Signorini ha lasciato il fidanzato Paolo Galimberti: “Decisione Sofferta ma ho un nuovo amore”

    Alfonso Signorini ha lasciato il fidanzato Paolo Galimberti: “Decisione sofferta, ora amo un altro” È finita tra il conduttore del Grande Fratello Vip e l’esponente di Forza Italia. Alfonso Signorini ha spiegato i motivi dell’addio e ha fatto sapere che ha trovato un nuovo amore.