L’anno di Marica tra Covid e HIV : ”Sono stata colpita ma sono sopravvissuta”

Tra Covid e Hiv – la storia di Marica


Era esattamente il 5 febbraio 2020 quando Marica,una ragazza di 30 anni,iniziò ad avere la febbre a 38.5.

Inizialmente pensava fosse una semplice influenza di stagione , il giorno prima infatti era andata in un centro termale a festeggiare il suo compleanno quindi,per lei era tutto riconducibile ad un malanno stagionale.

Il giorno dopo, la febbre continuo’ a salire toccando 39.2 e duro’per tre giorni consecutivi;in concomitanza alla febbre vide un piccolo puntino sulla pancia e penso’:”mah magari sudore e pigiama mi hanno fatto un po’ di irritazione”, e smise di pensarci.

Il problema è che nei giorni successivi questi “puntini” aumentarono e in quel momento Marica comincio’a spaventarsi.

La giovane ragazza presa da uno stato di agitazione chiamo’ la guardia medica che inizialmente al telefono le disse:”sarà solo influenza”, ma quando disse di avere anche uno sfogo le consigliarono di presentarsi subito per un controllo. 

Il giorno dopo si recò quindi in pronto soccorso e immediatamente 

Le fecero 2 prelievi in due momenti diversi con annessa visita infettivologica. 

L’ambiente era sereno, il personale medico con molta dolcezza la mise a suo agio in attesa che arrivasse l’infettivologa.

Una volta arrivata la dottoressa che guardo’ lo sfogo, dopo alcuni minuti di silenzio fece la fatidica domanda:”hai avuto rapporti a rischio nell’ultimo mese?”.. Marica penso’:” Ecco lo sapevo”.. 

Come da prassi le fecero il test per l’hiv cosi’ da escludere qualsiasi dubbio e le diedero appuntamento la settimana successiva per il ritiro dell’esito.

Inutile dire che Marica non aspetto’e, presa dalla disperazione,andò in sala d’aspetto dove ad attenderla c’era Luca il suo ragazzo, a cui disse ovviamente il tutto.

Una volta arrivati a casa Marica inizio’ una ricerca compulsiva su Internet per saperne di più sulla siero conversione e li’ si accorse che le sue paure non erano poi così infondate,aveva tutti i sintomi dal primo all’ultimo. 

Così decise di chiedere al suo ragazzo di recarsi alla prima farmacia di turno per acquistare l’autotest.

Una procedura di 15 minuti, gli attimi più lunghi della sua vita, passarono solamente 3 minuti e il test diede esito positivo.

In quel momento non sapeva cosa pensare presa dalla disperazione inizio’ a sudare freddo iniziarono a salire i conati di vomito, il fidanzato piangeva al telefono con la madre, e la casa divenne l’epicentro di un forte terremoto.

La sua  prima domanda fu’ “come faccio a dirlo ai miei?”.. 

Marica e Luca decisero così di andare a casa della madre di quest’ultimo per cercare un po’ di conforto.

La febbre era altissima , i dolori pervadevano tutto il corpo , la testa scoppiava e così,in quella assurda circostanza conobbe pure suasuocera.

Nei giorni successivi il fidanzato ando’a fare il test e Marica come d’accordi presi con i medici andò in ambulatorio per ritirare l’esito. 

Il 15 febbraio 2020 entrambi i ragazzi ebbero la conferma di essere sieropositivi. Un San Valentino all’insegna del terrore!

Luca alla notizia della sua positività cadde  in preda al panico mentre Marica inizialmente per dare forza al fidanzato cerco’di mantenere la calma.

L’unico suo pensiero fisso fu’ come dirlo alla sua famiglia e soprattutto se dirlo.

Passarono i giorni e arrivo’ il bruttissimo 8 marzo 2020, lockdown totale.

Per due mesi Marica rimase completamente sola, in una casa di 49mq, senza balcone, senza giardino, l’unica vista da quelle piccole finestre era un muro di cemento e il sole batteva su quella casa mezz’ora al giorno.

In quel periodo comincio’ il suo calvario psicologico, non poteva credere che tutto fosse reale, la paura del giudizio era grande: cosa avrebbe pensato la gente di lei? “Ha l’HIV… è una poco di buono”.

Nel suo cuore sperava  sempre che il suo medico la chiamasse per dirle “ci siamo sbagliati, sei negativa”.. Non riusciva a comprendere bene cosa potesse cambiare e cosa no.

Nel frattempo il fidanzato fece la prima visita al reparto di malattie infettive in quell’occasione incontro’ la sua ex fidanzata.

Da quel momento Cominciarono le liti tra i due giovani,Marica si sentiva abbandonata d’altronde non aveva nessuno oltre lui.

Marica sentendosi sola decise di rivelare tutto ad alcuni suoi amici sperando di poter trovare un po’ di conforto.

Poco prima dell’estate torno’a casa dalla sua famiglia ma il fatto di dover nascondere tutta la situazione non gli fu’ d’aiuto.

Nascondere i farmaci, nascondersi per assumerli, trovare scuse per andare alle visite furono per Marica l’inizio di ansie, nervosismo e rabbia.

Oltre a tutta questa brutta situazione ci fu’un altro episodio che la fece totalmente impazzire: doveva dire all’ex ragazza del suo fidanzato, di fare il test.

Successe un finimondo tra Marica e Luca 

e dopo tanti litigi Marica decise di tornare a casa nella città in cui studiava.

Un periodo nero avvolse la vita di Marica che comincio’ ad avere attacchi di panico, finendo in pronto soccorso quasi ogni giorno, non dormiva più, e smise pure di mangiare.

Un mese dopo, il suo infettivologo vedendola in uno stato confusionario le prescrisse degli antidepressivi, con un percorso di psicoterapia.

Marica adotto’ anche una bellissima  gattina e grazie all’amore di questa cucciola  riprese la propria vita in mano.

Rincomincio’ a dormire, non aveva più attacchi di panico solo un po’ di ansia.

Lo stesso periodo cerco’ di staccarsi  dal suo fidanzato perché non la faceva star bene.

Fu’un periodo di grande ripresa tanto che decise di rivelare tutto a sua madre e dopo un forte abbraccio che solo una madre può dare le rimprovero’ solamente il fatto di non averglielo detto subito.

Ad oggi, Marica ha mantenuto un bel rapporto con l’ex ragazzo e riferisce che il suo rapporto amoroso con lui al momento è in stand- bI due ragazzi non hanno rapporti da quasi un anno ,ma si sentono e si vedono qualche volta anche se si sente giudicata da lui. Nonostante ciò nutre sempre un grande affetto nei suoi confronti. Continua ancora il suo percorso di psicoterapia associata ad una cura di  antidepressivi e sta sempre meglio. Dopo questo anno tra la terribile esperienza vissuta e il Covid, ha voglia di riprendere a vivere continua i suoi studi per diventare tecnico radiologo e spera sempre in una cura funzionale per l’HIV.

Luigi Migliaccio

Luigi Raimondo Migliaccio